Lehmann spegne la favola del Villarreal

Marcello Di Dio

nostro inviato a Villarreal

Spernacchiato ai tempi del Milan, Jens Lehmann – promosso sul campo numero uno della nazionale tedesca ai mondiali – si prende una rivincita grande come una casa. Ipnotizza Riquelme riuscendo a parargli un rigore magistralmente conquistato all’89’ da José Mari (guarda caso un altro milanista non rimpianto) e la sua prodezza conduce per la prima volta una squadra di Londra in finale di Champions League. Ora Lehmann, che a San Siro non catturava nemmeno un pallone, è l’eroe della squadra che nel massimo torneo continentale non prende gol da 919’, dopo aver anche battuto il record di Van der Sar ai tempi dell’Ajax. La multinazionale Arsenal (dieci stranieri in campo, un solo vero inglese sul terreno di gioco, Campbell rientrato tredici giorni dopo essersi rotto il naso, un tecnico francese in panchina e un gioco tutt’altro che british nel catino del «Madrigal», ovvero senza acuti e nessun tiro in porta) conquista il traguardo più importante dei suoi 120 anni di vita.
Finisce invece con rammarico il sogno del Villarreal: il sottomarino giallo affonda per gli errori dei suoi attaccanti, e soprattutto per quello di Riquelme dal dischetto («nessuno si ricorda di chi perde», la terribile profezia dell’argentino alla vigilia) e per una certa inesperienza in partite così importanti. La squadra dell’ingegner Pellegrini non aveva mai vinto con due gol di scarto. Ma ieri sera di gol alla blindata difesa dell’Arsenal non è riuscito a farne nemmeno uno. E il 17 maggio saranno tutti presenti alla processione del patrono della cittadina di 42mila abitanti, perché la squadra non farà nessun viaggio a Parigi.
Atmosfera splendida al «Madrigal»: la squadra di casa giunge allo stadio su un bus giallo tra due ali di folla (nella quale spiccano molti anziani e bambini), tribune stracolme per cercare di trascinare il Villarreal al traguardo di Parigi.
Primo tempo non all’altezza delle aspettative. La squadra di Pellegrini, che deve recuperare il gol di Touré subìto all’andata, attacca senza però forzare. La prudenza non è mai troppa, specie quando di fronte hai un asso della velocità come Henry. Comunque abbandonato al suo destino e orfano di una vera spalla in attacco. La squadra di Wenger si adegua al ritmo non impossibile degli spagnoli, che si accampano nella metà campo inglese, e adotta una tattica attendista, mantenendo comunque la difesa alta e la squadra corta.
Così per almeno 35 minuti c’è un gran caos a centrocampo e a parte qualche verticalizzazione di Sorin (tra i più attivi) per gli evanescenti Forlan e Franco, Lehmann non corre rischi. Sono dunque due cross di Javi Venta da destra a creare i maggiori pericoli alla difesa – molto concentrata – dell’Arsenal: sul primo Sorin manca l’appuntamento di un soffio, sul secondo il tocco fortuito di Franco testa i riflessi di Lehmann, che respinge in maniera goffa ma decisiva. Il numero uno della nazionale tedesca è poi bravo a parare in due tempi la sassata da trenta metri di Riquelme.
Prima del fischio di inizio della ripresa, fuori programma inatteso con l’invasione di campo di un tifoso. Il Villarreal torna in campo più deciso, schiacciando gli inglesi nella propria trequarti.

Ma non è serata per le punte spagnole: Franco fallisce due volte di testa da distanza, ancora più clamoroso l’errore di Forlan che spara a lato dall’altezza del dischetto del rigore. Inutile la mossa della disperazione di Pellegrini, che inserisce José Mari. Bravo a procurarsi il rigore che Riquelme si fa parare, facendo svanire i sogni di gloria del Villarreal.

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