«Sembri un pechinese!» mi sono sentita spesso dire quando ho cominciato la mia carriera di modella e mi facevano notare che assomigliavo a Brigitte Bardot. Sono un po' selvaggia, in effetti, e mi capita spesso di apparire spettinata e con i capelli arruffati. Allinizio me la prendevo, ma poi mi sono resa conto che mi faceva piacere, anzi, addirittura che mi lusingava, perché in fondo i pechinesi sono nel mio DNA. Sono la mia passione fin dall'infanzia. E li ho sempre avuti biondi, come del resto è biondo ogni membro della mia famiglia! (...). Lana Nana fu acquistata nell'allevamento esclusivo di Paolo Prandi a Ranica, presso Bergamo, dove stavo recitando a teatro in Notting Hill. Si dice che i cani a teatro portino fortuna. E in effetti la prima cosa che Lana Nana fece sul palcoscenico fu la pipì. E ci procurò un grande successo. A otto mesi si guadagnò il titolo di campionessa europea di bellezza, anche se fu la prima e l'ultima gara che le concessi, più che altro per ricambiare un favore all'allevatore. Desideravo, infatti, che fosse una cagnetta casalinga. Autentico «squalo», a differenza degli altri suoi ex fratellini, disperatamente inappetenti, Lana Nana è stata subito vorace e di forte tempra. Si è adattata pure a condividere la casa, senza problemi o esitazioni, con Dino, un gattone di quindici chili e quattordici anni di età, un trovatello che recuperai dall'immondizia e che, con gli anni, ha assunto la preoccupante taglia di una piccola tigre. Adesso vivono ancora insieme nel mio appartamento con giardino a Roma. Si dilettano in lotte a chi abbaia o miagola per ultimo. Il gatto di solito sottomette il cane, mentre quest'ultimo corre a tutta velocità con il grosso felino aggrappato sul suo dorso. Sono uno spettacolo esilarante.
(...) Io e mia madre siamo nate in Finlandia e crediamo negli elfi e nei folletti. La tradizione racconta che in una casa nuova bisogna nascondere un piccolo folletto in giardino per propiziarsi la buona fortuna. Mi impegnai a trovarlo e a sotterrarlo in un posto segreto, che solo io conoscevo. Dopo pochi giorni non potevo credere ai miei occhi. Lana Nana mi stava venendo incontro, con la bocca sporca di terra e il fantomatico folletto tra le fauci. Cercai di recuperarlo accerchiandola da diversi lati, pregando che non si muovesse.
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