Amleto ne ha combinata un’altra. Non contento del suo eterno sfogliare la margherita: cosa sono? Chi sono? Allenatore o dirigente? Stavolta ha messo l’Inter e Moratti nell’imbarazzo. «Capisce presidente? Potrei andare al Paris Saint Germain, una scelta di vita, farei il dirigente». Parola più, parola meno, questa la sintesi del dialogo. Amleto è Leonardo, chiaro vero? Ma se la storia va in porto, ha davvero preso tutti in contropiede. Si, strano a dirsi ed anche a vedersi. Dopo essere stato mezza stagione all’Inter (ed aver un contratto fino al 2012), dopo aver rovinato una stagione in quindici giorni (naturalmente per demeriti non solo suoi), dopo aver rischiato anche il futuro all’Inter, poi rinsaldato dal successo in coppa Italia, insomma dopo tutto questo Leonardo sta per andarsene. O, almeno, ci sta pensando fortemente: i francesi dicono che entro domani sarà ufficiale la firma. E Moratti è imbarazzato e infastidito, come segnalano le sue parole, ieri stranamente spicce. Fra l’altro il presidente dovrà rimediare velocemente un nuovo tecnico. La prima telefonata, magari attraverso i fidati argentini (leggi Zanetti e Cambiasso) l’ha fatta a Marcelo Bielsa, il “loco” (pazzo) dicono in Argentina, il campione degli allenatori, un guru, sostengono i giocatori - consiglieri di Moratti. L’uomo che Guardiola considera il suo ispiratore tattico. Ma non c’è solo lui.
Tante le fonti che riannodano tutta la storia. Prima fonte: il quotidiano L’Equipe racconta di un incontro in Qatar fra Leo e i nuovi dirigenti del Paris Saint Germain. Il Psg ora è in mano ad un gruppo arabo che ne controlla il 70 per cento: gente ambiziosa che, per placare l’ambizione, ha pensato di offrire a Leo il posto da direttore generale. Al colloquio di qualche giorno fa non era presente anche l’allenatore del Psg, Antoine Kombouare. Ma poco conta: Leo parla bene il francese ed ha giocato a Parigi nella stagione 1996-97, avrà in mano danari e potere gestionale. Anche stavolta avrà intravisto la luce del suo futuro (direbbe così). Ha correttamente informato Moratti ed ora nel giro di poche ore, scioglierà la riserva. Inutile ricordare che Leonardo, nei mesi scorsi, aveva più volte dichiarato di sentirsi ormai un allenatore, non più un dirigente. Ma si fa presto a cambiare idea. E potrebbe capitare anche a Moratti che ieri ha smentito tutto: «Solo voci giornalistiche, niente di concreto, Leo è in Brasile ed io non ho mai parlato con Bielsa. L’allenatore è Leonardo». Detto con il tono di chi preferirebbe evitare l’argomento.
In sintesi, il presidente ha deciso di lasciar fare. Avendo occhi e conoscendo il calcio, il patron ha intuito i limiti di Leonardo allenatore. Forse non è stato un caso quel «Leo sarebbe un ottimo direttore generale», sfuggitogli, ma mica tanto, meno di quindici giorni fa. E visto che qualche dubbio era affiorato anche a fine campionato, Moratti starà pensando che non tutti i mali vengono per nuocere. Da qui l’interesse per Bielsa (pur smentito), in lista anche per il post Benitez.
Il curriculum del tecnico di Rosario è quello di un tecnico bravo e stravagante: sa vincere scudetti, anche se pesa il disastro al mondiale 2002 con una nazionale, quella argentina, che doveva vincere il mondiale (si incartò nel dubbio Crespo o Batistuta?), ed invece uscì al primo turno. Ma poi vinse l’Olimpiade 2004 ad Atene, con Tevez fra i suoi pupilli (uno che piace tanto a Moratti e guarda caso potrebbe arrivare a Milano). Fece del Cile al mondiale 2010 un bel gioiellino e lanciò el niño Sanchez alla ribalta del mondo. Tecnico bravo e imprevedibile: ha lasciato l’Argentina quando tutti gli chiedevano di restare, se n’è andato dal Cile per incomprensioni con il presidente federale. Raccontano che viva calcio giorno e notte, che si sia fatto costruire un campo di calcio nel giardino della casa di campagna e, quando la luna non è perfetta, convoca moglie, giardiniere e cuoco per studiare “live” le tattiche.
“Loco” certo, come dice il soprannome, ma allenatore gran ragionatore. «E che in Cile ha imparato la moderazione, perché noi argentini siamo esaltati e guidati dall’impulso», ha raccontato di recente. Ideale per un’Inter sempre più argentina.
Sennò Moratti riprenderà in mano la lista dei tecnici: Capello (così osteggiato in Inghilterra), un altro colpo di telefono a Guardiola (non sia mai...), un altro a Mourinho (magari per un consiglio) e Spalletti. Le altre alternative, Wenger, Villas Boas un giovane tecnico italiano su cui scommettere, fanno parte della fantasia e del rischio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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