Leonardo e il Milan al bivio del futuro

PATO L’attaccante torna 50 giorni dopo l’ennesimo infortunio patito contro il Napoli

nostro inviato a Milanello

Chi guiderà il prossimo Milan? «Lo scopriremo solo vivendo» lo slogan citato da Leonardo, mutuato dalla famosa canzone, che rimbalza da Milanello fino a Marassi sede di una sfida per niente epica, imbottita di ansie e rischi solo a causa dell’ordine pubblico. Leonardo non sembra disposto a tornare indietro sui suoi passi, nonostante il pressing di Galliani e così sul futuro del Milan, legato al punticino sufficiente per considerare in banca il terzo posto e la Champions league 2011, è lecito approfondire lo scenario.
«Non ho sentito in settimana Berlusconi, la vita va avanti» la notizia e il concetto sigillati dal brasiliano, attento a non lasciarsi trascinare sul terreno minato a pochi giorni dall’epilogo. «Dobbiamo completare l’ottimo lavoro fatto, ci tengo troppo» è la parola d’ordine di Leonardo felice per il rapporto col gruppo, «compreso Inzaghi» la battuta, e preoccupato solo per il tasso di velenosità raggiunto dal calcio italiano («io sono qui da 13 anni, vedo, ascolto e mi dispiace che si torni ai tempi dell’arena e dei gladiatori, dobbiamo costruire i presupposti perché ci sia un calcio più sereno»).
Qualche ora prima che Leonardo mettesse a punto il penultimo atto della sua stagione (rientro di Pato dopo l’ennesimo ko muscolare, il 21 marzo col Napoli), alla Malpensa è sbarcato Marco Van Basten per presentarsi domani al torneo di golf in provincia di Novara e per fare i conti con la ridda di voci sull’interesse milanista ai suoi servigi di allenatore. Al cronista di Telelombardia che l’ha interrogato ha risposto in modo algido, secondo carattere, «non dico niente, non è giusto», «parliamone quando sarà il momento, il Milan deve completare la sua stagione», «i tifosi devono pensare al campionato», che danno il senso completo della sua informazione e della sua sensibilità su ciò che sta accadendo dalle parti di Milanello e anche della simpatia che circonda la sua candidatura sponsorizzata da Cruyff oltre che dal patron rossonero («non lo so» la chiosa in proposito). Lunedì, a terzo posto acquisito, forse Van Basten può aggiungere qualche battuta in più: nel passato, per amicizia e rispetto nei confronti di Tassotti e altri sodali, rimase fuori dalla mischia, lasciando a digiuno i cronisti che lo avevano pedinato tutto il giorno fino alla cena in un ristorante dalle parti di Lecco. Ieri mentre Galliani s’infilava sul torpedone rossonero per Rapallo, l’ex ct olandese si trasferiva a Biella, in compagnia di Donadoni, per marcare le distanze dalle vicende rossonere.
Per completezza d’informazione nella Milano rossonera è tutto fermo, ancora per qualche ora, fino all’esito del viaggio a Marassi. Solo dopo sarà possibile ricomporre, in modo attendibile, il puzzle che prevede al momento un tentativo, deciso, in atto: ricomporre il rapporto tra Leonardo e il Milan che farebbe felici tutti, tifosi e spogliatoio.

Solo quando diventerà impraticabile il sentiero, sarà possibile identificare la pista alternativa. E qui le indicazioni sono più di una per un motivo semplicissimo: in via Turati c’è la fila di aspiranti successori alla panchina di Leonardo. Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, fanno osservare.

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