LEONIDOV L’architetto irrealizzato

Alla Triennale una mostra sull’artista russo che negli anni Trenta sognò la città del futuro. Rimane una sola opera, ma con le sue idee ha influenzato tutto il ’900

La cosa che più colpisce osservando il grande modello del progetto per il Commissariato Industria Pesante di Mosca del 1934 dell’architetto russo Ivan Leonidov nella mostra Una città possibile. Architetture di Ivan Leonidov alla Triennale di Milano è la sua vicinanza ai tre grattacieli immaginati da Tadao Ando, Daniel Liebeskind e Zaha Hadid per Milano.
Archistar in Russia fino agli anni ’30 e poi condannato all’oblio dalla nomenklatura, Ivan Leonidov (1902-59) è senz’altro una delle figure dominanti del costruttivismo russo; i suoi grandi progetti non sono mai stati realizzati, ma la sua opera disegnata ha esercitato una grande influenza sulle nuove generazioni di architetti.
La mostra in Triennale rende omaggio alla visione innovativa di Leonidov, e coniuga passato e presente grazie a tecniche contemporanee. Oltre ai classici modelli, le ricostruzioni virtuali propongono i progetti più significativi dell’architetto Leonidov ricollocati nel paesaggio urbano moscovita, sia dell’epoca che contemporaneo. «È una tecnica sofisticatissima che produce un documento di impatto visuale indispensabile per costruire qualsiasi edificio oggi a Mosca - racconta il curatore Maurizio Meriggi -. L’effetto è sorprendente perché i progetti dell’avanguardia, da sempre visti come icone da manuale di storia dell’architettura, ricollocati nella città funzionano benissimo e hanno una inaspettata capacità di dialogo con i punti per i quali erano stati progettati».
Colpisce la modernità dei progetti, e infatti continua Meriggi: «Se guardiamo all’architettura di oggi si intuiscono le analogie nell’accostamento di materiali e volumi, la capacità di sintesi di Leonidov è contemporanea, anche se allora le tecniche di costruzione ne rendevano molto difficile la realizzazione, a differenza di oggi. Un grande esperto di Leonidov, per vicinanza di visione è ad esempio l’architetto olandese Rem Koolhas. Leonidov magistralmente riassume la poetica dell'avanguardia e dell’architettura russa».
In mostra si passeggia sul grande progetto della città lineare di Magnitogorsk, in cui natura e luce si compenetrano con le abitazioni e le infrastrutture pubbliche, siano asili o stadi di atletica, disperdendo la città nel territorio, il verde come elemento attivo di un nuovo rapporto con la vita quotidiana. E poi le architetture degne di classici film di fantascienza: ponti senza piloni, edifici circolari sovrastati da enormi sfere come l’Istituto Lenin.
Dei tanti progetti di Leonidov uno solo ne viene realizzato nel 1937-38: una grande scalinata monumentale per un sanatorio ad Alma Ata; l’architetto Leonidov sarebbe stato contento di sapere che se ne trovano sue tracce in un lavoro realizzato in Giappone molto tempo dopo da Tadao Ando.


Una città possibile. Architetture di Ivan Leonidov
1° giugno - 8 luglio 2007
Catalogo Electa
Triennale di Milano
viale Alemagna 6
martedì-domenica (h 10,30-20,30)
ingresso euro 4,5 e 6
per info 02-724341

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