«Qui siamo. Qui restiamo» ovvero «no allo sgombero». Leit motiv del Leoncavallo che domani affronta il «settimo ultimatum di sgombero». Chiamata a raccolta in via Watteau, zona Greco, con lavvertenza online che sempre domani «ore 21 ospitiamo il sottosegretario Danielle Mazzonis e lassessore alla Cultura del Comune di Milano Vittorio Sgarbi».
Replay di un film già visto, dicono da Palazzo Marino, dove il sindaco Letizia Moratti non (ri)gradirebbe la presenza di un suo assessore allinterno del centro sociale. Possibile quindi che il sottosegretario per i Beni e le attività culturali resti sola sul palco del dibattito organizzato dagli occupanti di via Watteau sul tema «sostenere la diversità culturale, dai principi universali alle politiche».
Ma, di certo, quella di domani è anche loccasione per ragionare attorno alla soluzione del caso Leoncavallo ossia «per tentare di risolvere un problema che si trascina da trentanni» sostiene lassessore Giovanni Terzi. Soluzione che passa attraverso un accordo con la proprietà di via Watteau, il gruppo Cabassi: due le opzioni, o laffitto pagato dalla fondazione «La città che vogliamo» promossa dal Leonka oppure un concambio con altra area in zona San Siro che verrebbe ceduta al gruppo Cabassi. In entrambi i casi resta esclusa dalla mediazione la Provincia di Milano che già aveva offerto una sponda agli occupanti di via Watteau.
Ma An ribadisce Ignazio La Russa non ci sta «ad un provvedimento che in maniera diretta o indiretta» porti vantaggio al Leoncavallo: «Non condividiamo latteggiamento, la cultura di apologia della violenza e il rifiuto del confronto culturale» e questo «al di là se stia o meno nella legalità e se abbia le licenze». Messaggio chiaro: «Nessuno può chiederci di cambiare idea» ma, tranquilli, «nessun aut aut in giunta».
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