Per il Leonka è quasi fatta: sarà un Centro del Comune «benedetto» da don Rigoldi

Sarà don Gino, il cappellano del carcere minorile Beccaria, a fare da mediatore tra gli autonomi del Leoncavallo, il Comune e i proprietari della ex cartiera occupata dal 1994, i Cabassi. Investito direttamente da Giuliano Pisapia, in quanto «personalità che riscuote la fiducia e la stima di tutte le parti» cercherà di sciogliere un nodo su cui si sono arrovellate le amministrazioni per oltre trent’anni. «Io lo faccio volentieri - spiega il fondatore di Comunità nuova - da entrambe le parti mi pare ci sia una gran disponibilità. Spero di potere aiutare a raggiungere il risultato evitando litigi e polemiche inutili. Penso anche che sia giusto che il Leoncavallo, che ha portato avanti per anni un’attività culturale e di accoglienza importante per Milano possa andare avanti». Cultura contro diritti: il gruppo Cabassi è una società quotata in borsa e il presidente deve rendere conto del proprio bilancio.
Al di là delle intenzioni, come sciogliere il cubo di Rubick? Gli autonomi rimangono in via Watteau, e continuano a svolgere la loro attività, ma in uno spazio più ristretto.

I Cabassi, vogliono cedere la proprietà al Comune. In cambio Palazzo Marino darebbe al gruppo uno stabile demaniale, di pari valore. La cartiera potrebbe ospitare uno studentato per universitari, un centro di accoglienza per profughi o residenze per operai.

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