L'era glaciale del governo Monti

Sarà una coincidenza, ma da quan­do c’è Monti i tg sono dei bolletti­ni sul maltempo. Con i tecnici al go­verno la politica cede il posto al me­teo.

L'era glaciale del governo Monti

Sarà una coincidenza, ma da quan­do c’è Monti i tg sono dei bolletti­ni sul maltempo. Con i tecnici al go­verno la politica cede il posto al me­teo. Come nei tg sovietici non ci sono più conflitti o notizie ma solo neve e soccorsi, mucche assiderate e im­pianti a gas, più marchettoni a Monti e al sistema montuoso (30 e loden).

Prima della neve, c’erano solo navi e terremoti. Mezzo tg ogni giorno fa ter­rorismo atmosferico sulla tormenta che verrà e poi mostra paesini inneva­ti e soccorsi anche banali: vedi perfi­no uno che porta la carta igienica alla casa innevata, il nonno al cellulare che rassicura i parenti, i giornalisti sanbernardo col collare audio.

Col Frigor Montis scende un’onda di ge­lo sul Paese, divenuto nel frattempo con lui a nostra insaputa superpoten­za mondiale. Il colorito paesaggio ita­liano sparisce e tutto assume la mo­notona uniformità del bianco gover­no dei tecnici. Ci siamo allineati agli standard nordeuropei sin nel baro­metro: si è ridotto lo spread tra il cli­ma tedesco e il nostro.

Chi muore per il gelo se lo merita, è uno sfigato. Ti congeli se stai fisso in un posto, senza mobilità. Ibernata la politica, il con­flitto si sposta sulle previsioni del tempo e i partiti si dividono in mode­rati che sconsigliano di uscire ed estremisti che istigano all’uso di cate­ne.

I sindaci sono giudicati su base at­mosferica, se sono da neve o da spiag­gia, se sono insipidi o hanno sale in strada e si dividono in fattivi, pian­genti, teatranti e dispersi, come nella ritirata di Russia. L’estate berlusco­niana dista un’era geologica.

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