"L'eredità di Vialli? Una rete per battere il cancro al pancreas"

Nuovo progetto dell'assessore al Welfare Guido Bertolaso: "Per fare squadra 15 centri di eccellenza"

"L'eredità di Vialli? Una rete per battere il cancro al pancreas"

Assessore Guido Bertolaso, la vicenda di Gianluca Vialli, oltre che aver commosso il mondo, ha avuto l’effetto di far parlare di tumore al pancreas, una forma di cancro molto aggressiva, aggravata dalle diagnosi tardive. Solo il 25 per cento dei pazienti se ne accorgono in tempo per poter essere sottoposti all’intervento di asportazione. E a 5 anni dall’intervento solo un quarto sopravvive dato l’alto rischio di metastasi o recidiva, come per Vialli.

«È un tumore subdolo, malattia alquarto posto per mortalità e che si sti-ma che possa diventare la seconda causa di morte nel prossimo decennio nei Paesi occidentali. Nel 2019 in Lombardia sono stati ricoverati 4.031 cittadini con diagnosi di tumore al pancreas, di cui 900 operati e 3.131 trattati con chemioterapia, altre cure o radioterapia. Nel 2020 sono 3.529 le diagnosi, di cui 793 operate e 2.736 curate, nel 2021 delle 3.444 diagnosi, 796 sono state curate con interventi e 2.648 con terapie. Nonostante ciò è uno dei carcinomi meno studiati e analizzati dal mondo della ricerca sanitaria e di chi si occupa di raccolta fondi: solo il 2 per cento di fondi per la ricerca sui tumori è destinata al carcinoma al pancreas».

Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia pancreatica dell'Irccs Istituto Clinico Humanitas che ha curato anche Vialli, sostiene che ci sia un sorta tabù su questo tumore perché fa particolarmente paura.

«A maggior ragione la prima cosa da fare quando si ha paura è cercare le motivazioni e capire quali armi possiamo mettere in campo. Quando ero nella Protezione civile e giravo l'Italia parlando di terremoti e alluvioni, mi dicevano che non dovevo farlo! L'analisi di Zerbi ci deve spingere ancora di più ad affrontare il problema e a cercare di aumentare gli investimenti per la ricerca».

Cosa può fare l'assessorato al Welfare della Regione?

«Abbiamo ripreso una delibera dell'aprile 2021 che prevedeva la costituzione di un tavolo tecnico e di un gruppo di lavoro sulle Pancreas Unit: è arrivato il momento di darne attuazione. Tutti i nostri centri d'eccellenza, e ne abbiamo già individuati una quindicina, dovranno fare squadra e, coordinati da un'unica regia lavorare all'interno di una rete. Prima e unica in Italia che, come avviene ad esempio per il tumore alla mammella, renda più efficace il contrasto a questo mostro che oggi purtroppo appare ancora invincibile».

Si spieghi meglio...

«La settimana prossima i responsabili di questi centri si incontreranno con la direzione generale Welfare per costruire una rete di scambio e condivisione di informazioni cliniche e di indicazioni di cura per fare sì che si riesca ad arrivare a una diagnosi precoce sempre più spesso. Penso all'Istituto nazionale dei Tumori che con i suoi ricercatori rappresenta una tra le migliori eccellenze nel campo della ricerca su questo tipo di pancreas. Agiremo su due fronti: quello diagnostico e chirurgico e quello della ricerca e della prevenzione, con un unico obiettivo, razionalizzare e ottimizzare gli sforzi in un grande modello organizzativo. Anche in questo caso vogliamo dare un segnale forte e chiaro, visto che questo tipo di attività è praticamente assente in quasi tutta Europa».

Di solito il termine tavolo fa pensare a tante chiacchiere e a tempi lunghi.

«Applicherò il metodo Bertolaso: mettere intorno a un tavolo i protagonisti di un ambito, ascoltare da loro le possibili soluzioni o strategie di intervento e con i vertici dell'assessorato cercare di applicarle rispetto a un cronoprogramma stabilito».

La delibera è finanziata?

«Non c'è finanziamento sulla delibera del 2021, ma troveremo il modo di finanziare la ricerca, coinvolgendo anche le associazioni che se ne occupano. E pure in sede di Commissione europea cercheremo di dirottare più fondi alla ricerca su questo tipo specifico di tumore».

Il tema delle liste d'attesa è cruciale per i malati oncologici: a causa della pandemia, moltissimi esami e controlli sono slittati, peggiorando le condizioni dei malati. Cosa si sta facendo per questo?

«Abbiamo presentato a dicembre un piano per il taglio delle liste d'attesa e abbiamo richiamato già 20mila dei 63mila lombardi che avevano avuto un appuntamento, per una decina di prestazioni target, fuori dai termini di legge. Ora stiamo immaginando un'altra lista di una decina di nuove prestazioni da mettere sotto esame: è una lavoro lungo e meticoloso che sta iniziando a dare i primi risultati, ma non possiamo certo privilegiare un ambito piuttosto che un altro».

Sta girando in rete il caso di una cittadina che il 14 dicembre ha avuto indicazione di sottoporsi a ecocolordopler: ha avuto l'appuntamento il 29 aprile 2024, 17 mesi dopo...

«Sarà mia cura indagare per capire cosa sia effettivamente successo».

La vicenda di Vialli l'ha molto colpita. Sta andando alla messa in suffragio a Cremona?

«Oggi saremmo dovuti andare a Cremona per portare il nostro ringraziamento al personale sanitario in prima linea durante l'emergenza Covid.

Ma è una giornata di lutto per Cremona e ho deciso con il dg al Welfare Pavesi di andare a portare la vicinanza della Regione alla famiglia e a dire che recuperiamo e facciamo nostra la testimonianza del grande campione. Auspico che anche uno spazio dell'ospedale di Cremona ricordi per sempre la gioia di vivere e il grandissimo senso di appartenenza di Vialli alla sua terra».

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