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L'esercito israeliano spara sui manifestanti arabi Undici morti e 220 feriti nel giorno della Naqsa 

L'esercito israeliano ha aperto il fuoco sui dimostranti pro palestinesi che stavano manifestando lungo il confine per commemorare la Naqsa, la sconfitta araba nella guerra dei Sei giorni del 1967. I feriti sono stati portati via dai manifestanti. Guarda il video

L'esercito israeliano spara sui manifestanti arabi 
Undici morti e 220 feriti nel giorno della Naqsa 

Majdal Shams - Sono almeno undici le vittime causate dagli spari dell'esercito israeliano sui dimostranti pro palestinesi che stavano manifestando lungo il confine per commemorare la Naqsa, la sconfitta araba nella guerra dei Sei giorni del 1967. La televisione di Stato israeliana fa sapere che ci sono anche 220 feriti. Dopo che Israele ha aperto il fuoco, un centinaio di feriti sono stati portati via dai manifestanti, ma altre persone hanno continuato ad avvicinarsi al confine gridando "shahid", o "martire".

La ricostruzione dei fatti Le truppe hanno sparato in aria colpi di avvertimento dopo che la folla ha iniziato ad avvicinarsi al confine, quindi ha avvertito a voce la gente di stare lontano, con le parole: "Chiunque si avvicini alle barriere mette a rischio la sua vita". Ma dopo che alcuni manifestanti hanno raggiunto le recinzioni, i soldati hanno aperto il fuoco, mirando alle gambe. I residenti di Majdal Shams, che si trova sul lato israeliano del confine, hanno guardato la manifestazione dai tetti. Le scuole sono state chiuse e i lavoratori sono stati a casa, in previsione dei disordini. 

I timori di Netanyahu "Sfortunatamente, le forze estremiste attorno a noi proveranno oggi a rompere i nostri confini e minacciare le nostre comunità e i nostri cittadini. Non glielo permetteremo". Queste le parole che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al suo Gabinetto, in previsione della manifestazione. "Ho istruito le nostre forze di sicurezza ad agire con risolutezza, con moderazione ma con determinazione per salvaguardare la nostra sovranità, i nostri confini, le nostre comunità e i nostri cittadini".

Nonostante gli avvertimenti, decine di dimostranti hanno oltrepassato gli avamposti della polizia nelle prime ore della mattina e marciato verso il filo spinato lungo le trincee che i militari israeliani hanno scavato sul confine dopo simili disordini scoppiati il mese scorso.

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