Letizia con il fazzoletto verde Il programma? È in "milanes"

La Moratti a Palazzo Marino legge i progetti per la città in dialetto. Il 13 maggio la campagna elettorale sarà chiusa assieme a Bossi

«Per ona Milàn semper pussee bèlla de viv». La versione in dialetto milanese dei cento progetti «per una città sempre più bella da vivere». Presentati domenica scorsa al teatro Nuovo da Letizia Moratti e tradotti in 48 ore da Pietro Dragan e Adriana Scagliola, esperti di milanese oltre che candidati del Carroccio nei consigli di zona. Ieri davanti a Palazzo Marino hanno consegnato la copia a Letizia Moratti, insieme ai 48 candidati della lista della Lega per le comunali. Maestri cerimonieri, il capolista Matteo Salvini e il segretario provinciale (e numero 3) Igor Iezzi. La Moratti ha indossato la pochette verde e provato a recitare un pezzo del programma elettorale in milanes. «Sono tradizioni che è giusto mantenere, fa parte della nostra storia», ha commentato il sindaco che ha chiuso le polemiche su una freddezza del senatur Umberto Bossi per la sua ricandidatura. Con la Lega «c’è un rapporto solido che in questi anni è stato di grande sintonia, lealtà e collaborazione. Ringrazio il segretario Bossi per l’amicizia e il sostegno e i ministri Calderoli e Maroni per le riforme che hanno portato vantaggi alla città». Salvini conferma che Bossi sarà a Milano (oltre che venerdì prossimo per partecipare alla festa nazionale dei giovani padani) il 13 maggio, per il comizio conclusivo della campagna elettorale della Lega a sostegno del Moratti bis. La manifestazione si terrà in largo Cairoli o piazza San Carlo. E agli alleati che di recente hanno punzecchiato il Carroccio manda a dire che «chi dice che la Lega non si impegna abbastanza per la città o abita da un’altra parte o è distratto. Quando gli uomini del nostro partito vengono a Milano parlano di Milano: se anche quelli del Pdl lo facessero evitando di discutere di pm e intercettazioni sarebbe meglio per tutti». Una stoccatina alla kermesse al Nuovo con il leader Silvio Berlusconi.
E in cima ai programmi dei lumbard, come riferisce Salvini, c’è il tetto de dieci anni di residenza per assegnare le case popolari, i posti gratis all’asilo e le tessere scontate o gratuite dei mezzi pubblici a chi ne ha diritto. «Diamo la precedenza agli italiani» conferma. Porta ad esempio il Buono Cicogna, il sostegno economico creato per le mamme in difficoltà che rinunciano ad abortire, «oggi sette volte su dieci va a straniere, siamo pronti ad aiutare anche gli immigrati ma in proporzione alla loro presenza sul territorio che equivale al 16 per cento della popolazione residente». La Moratti conferma che il welfare nel prossimo mandato sarà distribuito con un occhio di riguardo ai milanesi da lungo periodo. «Il programma l’abbiamo scritto insieme alla Lega, è condiviso» sottolinea. Anche se sul tetto dei dieci anni non si sbilancia.
E nè la Moratti nè il candidato in pectore dei lumbard si sbilanciano sul nome del prossimo vicesindaco. «Pensiamo a vincere» rispondono sia il sindaco che Salvini.

Ma il capolista sostiene che «ai milanesi abbiamo anche tante cose da farci perdonare, dal prossimo mandato con più leghisti in giunta e una Moratti attenta alle piccole cose oltre che ad Expo daremo una marcia in più».

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