«Letizia resti se fra 5 anni si ricandida»

Onorevole Viviana Beccalossi, sembra che Letizia Moratti non intenda dimettersi da consigliere in Comune.
«Sì, ho sentito».
Lei è vice coordinatore del Pdl, ma non sembra entusiasta.
«Letizia Moratti può essere una risorsa importante».
Può essere, cosa significa?
«Significa che se rimane in aula deve impegnarsi e fare il capo dell’opposizione. Con l’intenzione di ricandidarsi fra cinque anni».
Altrimenti?
«Altrimenti sarebbe una decisione svilente per lei che ha fatto il sindaco. E allora è meglio che lasci il posto a Fabrizio De Pasquale, il primo dei non eletti».
Avete preso una legnata, da dove pensate di ripartire?
«Dalla base. Tornando nei quartieri a parlare con la gente».
Non potevate farlo prima?
«Il problema del Pdl è che troppo spesso il programma e il lavoro del governo o dei sindaci si sovrappongono a quello del partito».
Cosa significa?
«Che i dirigenti locali non devono delegare ad altri il loro compito che è un continuo confronto con i cittadini».
Finora l’hanno delegato?
«È un lavoro che hanno fatto soprattutto sindaco e assessori. Il partito è rimasto indietro».
E quindi?
«Va riorganizzato. Abbiamo peccato, rimandando troppo».
Vuol dire che chi ha incarichi di partito non deve avere incarichi di governo?
«Dico che è molto difficile fare le due cose. Anche una persona straordinaria come Ignazio La Russa ci riesce, ma fa molta fatica».
Si può partire dalle primarie?
«Vado controcorrente e dico no. Le primarie le ha scoperte la sinistra quando perdeva. Noi è la prima volta che perdiamo».
Forse per questo se ne parla.
«Un argomento che ciclicamente torna di moda».
E non le piace.
«La nomina di Angelino Alfano è sacrosanta».
Sempre un nominato.
«Una volta, senza bisogno di primarie, chi raggiungeva ruoli importanti nel partito aveva fatto la gavetta: attacchinaggio, gazebo, consigli di zona, comunali».
E ora?
«C’è chi arriva in parlamento senza aver fatto un giorno di politica. Io sono 26 anni e ogni volta che ci entro mi sento onorata».
Dice che si riparte dai manifesti?
«Riempiendo le sezioni di militanti. E di entusiasmo. Troppa gente è distratta da ministeri, altri ruoli, consigli di amministrazione».
Alcuni ex di An sono tentati dalla scissione.
«Anche alcuni ex di Fi. Ma dobbiamo convincerci che indietro non si torna. Nulla purtroppo tornerà più come prima».
Purtroppo?
«Niente nostalgia, ma quella di An e di Fi è stata un’esperienza straordinaria. Abbiamo vinto tutto. Allora abbiamo preso Bologna per la prima volta, oggi abbiamo perso Milano dopo vent’ anni».
Ora che farete?
«Governare meglio il Paese e organizzare meglio il partito».
Senza primarie.


«Piuttosto mettiamo la regola che ci voglio almeno 5 anni di amministrazione, almeno come consigliere comunale».
Pisapia che sindaco Sarà?
«Ostaggio della sinistra. Dopo poche ore c’era già Vendola in piazza Duomo a mettere il cappello sulla sua vittoria. Invitando a Milano musulmani e rom. Ma che se li porti in Puglia».

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