La prima a recarsi alle urne è stata Letizia Moratti, «così potrò dedicare il resto della giornata alla famiglia». Una passeggiata a piedi mano nella mano con il marito Gianmarco, sorridente è arrivata al seggio 723 di via della Spiga alle 10,20. Camicetta bianca e giacca arancione - colore che tradisce la scaramanzia di Donna Letizia, alle precedenti comunali indossava una polo arancione -, questa volta si è ricordata la carta d’identità, che nel 2006 aveva dimenticato. Apparentemente tranquilla, il sindaco si è fatta tradire dall’emozione al momento di «imbucare» la scheda: uscita dal seggio è dovuta rientrare per piegare correttamente quella azzurra - soprannonominata non a caso il «lenzuolone» -, poi, accecata dai flash ha rischiato di infilare la scheda verde nell’urna sbagliata. Il resto della giornata? «Ho un pò di posta da smaltire, trascorrerò il pomeriggio a casa, con mio marito e i miei figli: domani mattina si torna al lavoro». Previsioni? «Non ho mai fatto pronostici - ha risposto il marito Gianmarco - io sono cresciuto negli stadi». Il sindaco ha poi pranzato in Triennale con il marito e gli amici, mentre il pomeriggio si è divisa tra i giochi con la nipotina e la famiglia.
Per un soffio le due cognate non si incrociano. Milly, numero uno della lista dell’arancia per Pisapia, è arrivata alle 11,15. Per lei l’accoglienza in via della Spiga è stata pessima: mentre saliva al seggio è stata insultata. «Sei una comunista di m...» l’ha attaccata un uomo di mezza età, abbronzato e ben vestito, che si è allontanato in fretta per non essere identificato.
Il premier, capolista del Pdl è arrivato verso mezzogiorno alla scuola media Dante Alighieri di via Scrosati, al Lorenteggio. Ad attenderlo alcuni militanti, i sindaci dell’hinterland con fascia tricolore e il coordinatore regionale del PdL, Mario Mantovani. Visibilmente di buon umore, Berlusconi varcata la soglia della scuola si è intrattenuto brevemente con alcune supporter. Poi è entrato nel seggio. Nessun telefono con sè - ha asssicurato - «per eccesso di controllo nei miei confronti». All’uscita ad attenderlo c’erano cittadini, venuti apposta per applaudirlo e cantare canzoni «in onore di Silvio», altri invece si sono presentati con delle richieste. «Non è pensabile che Milano non sia governata da noi. È una città che deve guardare avanti e non può guardare al passato» avrebbe detto il Cav conversando con i sindaci. I presenti descrivono il premier «molto ottimista» sull’esito della tornata elettorale, tanto da intrattenere la delegazione con alcune barzellette. Non solo, il premier ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza dei sindaci «espressione della democrazia popolare» promettendo di valorizzarli nel partito e nelle sedi istituzionali.
Compare nel primo pomeriggio alle elementari don Orione di via Fabriano, a due passi da via Bellerio, Umberto Bossi, accompagnato dal figlio Renzo. Si accende un sigaro prima di entrare: «Vinciamo al primo colpo e la Lega prenderà tanto». Per ribadire il concetto il Senatur, pochette verde nel taschino come il figlio, è uscito facendo il segno della vittoria: «Milano è sempre stata di centrodestra e speriamo che lo resti». Ha votato nella scuola di via Giulio Cesare a Turbigo Roberto Lassini, autore di manifesti «Via le Br dalle procure». Via Veglia ore 14.
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