Politica

Lettera 22: «La manovra risparmi l'Ordine dei Giornalisti»

«L'istituzione - aggiunge il presidente Corsini - non si deve prestare a strabismi ideologici come nel caso della sospensione del direttore Sallusti».

«L'abolizione dell'Ordine dei giornalisti contenuta nella manovra finanziaria sembra sia stata stralciata. Se è così, bene, perché altrimenti si sarebbe profilato uno scenario surreale». È quanto ha sottolineato Paolo Corsini, presidente dell'associazione «Lettera 22».
«Il principio di libertà d'impresa giustamente affermato dal governo - prosegue Corsini - non si adatta infatti a uno status particolare come quello del giornalista. Questo perché, se la libertà di espressione a mezzo stampa è assicurata dalla Costituzione a tutti i cittadini, l'appartenenza all'Ordine dei giornalisti serve invece a garantire la professionalità di chi svolge per mestiere questo delicato compito, nel quale si possono causare danni enormi, non meno gravi di quelli compiuti da architetti o avvocati».
Il problema, secondo Corsini, è di altra natura. Attualmente «l'Ordine appare un'istituzione soggetta a strabismi ideologici, alcune volte quasi una casta e altre assurdamente persecutoria, come nel recente caso della sospensione di Alessandro Sallusti, reo di... aver fatto scrivere qualcuno sul suo giornale in linea con la Costituzione.

Ma secondo l'Ordine lombardo l'articolo 21 non vale per il "reietto" Renato Farina».

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