I Ligresti chiudono la strada alloffensiva sferrata da Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo per il controllo di Premafin (-12,5% in Borsa). La famiglia siciliana «procede compatta» nellaccordo con Unipol, ha fatto sapere una persona vicina allingegnere, negando qualsiasi contatto con il fronte Sator-Palladio e sottolineando il «dispiacere» di Salvatore Ligresti a perdere Fonsai «dopo una vita». Anche Giulia Ligresti ha comunque negato contatti con gli «scalatori» ma, solo poche ore prima, Sator e Palladio avevano scritto ai vertici delle banche creditrici per ottenere un incontro in cui ribadire la bontà propria offerta da 450 milioni, di cui 50 per le minoranze. La missiva non risulta tuttavia pervenuta in Mediobanca, mentre è da chiarire la posizione di Unicredit, come «banca agente», dove ieri in cda cè stata uninformativa sul riassetto. A scoraggiare lapertura dei Ligresti ad Arpe sarebbero stati anche i risvolti legali in caso di rescissione del contratto con Unipol: Sator e Palladio potrebbero comunque puntare al posto riservato alle minoranze in cda e alla presidenza del collegio sindacale. Piazzetta Cuccia ha invece avviato le discussioni con le banche del consorzio di garanzia per capire se aprire laumento di Unipol e Fonsai agli investitori americani. Come anticipato ieri dal Giornale, le cooperative azioniste avrebbero chiesto tramite il sistema Holmo-Finsoe un aiuto a racimolare il denaro necessario (si parla di 2-300 milioni).
Bologna potrebbe invece rinviare la prevista fusione di Premafin: lobiettivo sarebbe di evitare la guerra sui concambi in assemblea straordinaria.
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