Lettera a Cgil-Cisl e Uil per un incontro che definisca metodi e obbiettivi. Milano deve diventare un laboratorio per rilanciare la collaborazione tra le parti sociali Patto del lavoro, la Moratti «invita» i sindacati

Dopo i fischi dell’1 maggio: «Se sarò eletta tornerò in corteo con la fascia tricolore»

Giannino della Frattina

«I fischi al Primo maggio? Io guardo avanti, voglio voltare pagina». Non ha dubbi Letizia Moratti il giorno dopo essere stata costretta da abbandonare il corteo del Primo maggio. La seconda volta in pochi giorni, bersaglio dell’intolleranza di una piazza che sindacato e partiti del centrosinistra non riescono più a controllare. Ma ciò non le impedisce di annunciare un bis. «Se sarò eletta sindaco di Milano, alla festa del Primo maggio ci andrò anche l’anno prossimo. E con la fascia tricolore». In giornata arriva la replica dall’altro fronte. «Per me - le parole di Ferrante - la polemica può considerarsi chiusa. È il momento di parlare della città anche attraverso confronti che, invece, si tardano a fare. Ma che sarebbero necessari».
Confronti, ma soprattutto progetti. E la Moratti ne ha uno sicuramente importante. «Un nuovo Patto per la competitività e lo sviluppo tra tutte le parti sociali». E per lanciarlo ha scelto l’incontro organizzato da ApiMilano, l’associazione delle piccole imprese milanesi. E annuncia di aver inviato una lettera a Onorio Rosati, Roberto Monticelli e Fulvio Giacomassi, i tre segretari milanesi dei sindacati. In poche righe l’invito a un confronto sul programma e la proposta del nuovo Patto. «A Cgil, Cisl e Uil - spiega la Moratti - ho proposto di lavorare insieme perché la festa del Primo maggio costituisca un momento di rilancio delle politiche per il lavoro e per l’occupazione. In questi giorni con i sindacati abbiamo reciprocamente preso visione dei programmi sui temi del lavoro e sulla base di questi documenti propongo che inizi il confronto per definire obiettivi e metodi delle nuove politiche del lavoro a Milano. E, in generale, della collaborazione tra le parti sociali». Milano, quindi, ancora una volta potrebbe essere un laboratorio. «Qui il sindacato - sottolinea - ha sempre saputo svolgere un ruolo riformista e di dialogo, tipico di questa città». Chiara la sottolineatura della spaccatura che, anche in occasione dell’invito al Primo maggio, c’è stata nel sindacato. E in particolare nella Cgil. Con il «milanese» Rosati ad offrirle un posto sul palco e il segretario nazionale Guglielmo Epifani pronto a smentirlo. «Il ruolo del sindacato - assicura la Moratti - è fondamentale per creare relazioni industriali. Per questo tutti insieme dobbiamo approfondire tutti i temi che riguardano il lavoro in una logica di collaborazione. Un impegno preciso che io ho preso e che è quello di aumentare l'occupazione delle donne, dei giovani e di chi è espulso dal mondo del lavoro almeno del 10 per cento. E di ridurre il lavoro nero. Tenendo ben presente che Milano è il motore dell’economia nazionale e produce il 10 per cento della ricchezza del Paese». Oltre al Patto per il lavoro, la Moratti propone anche «un nuovo Osservatorio del Lavoro che permetta di verificare le condizioni reali del mercato del lavoro a Milano e definire, tutti insieme, le iniziative necessarie per sostenere la crescita dell’occupazione soprattutto per i giovani, le donne e le fasce deboli».
«Finalmente - il commento di Paolo Galassi, presidente di ApiMilano - una proposta concreta sulla quale confrontarci e rilanciare il tema della collaborazione tra imprese e istituzioni. Ora si parla di risultati e non di parole. La formula della Moratti dà alle imprese la possibilità di avere soluzioni concrete.

Se poi dall’altra parte verrà qualcosa di altrettanto concreto, lo esamineremo». L’altra parte era stata invitata, rivela Galassi. Ma Ferrante ha rinunciato al confronto diretto sui temi e le proposte di rilancio dell’economia milanese.

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