
Il tre ottobre del 2026 saranno ottocento anni dalla morte di Giovanni di Pietro di Bernardone, il Giullare di Dio, che stravolse la religiosità medievale, un ragazzo che si strappò dall'anima ogni ricchezza e ogni fasto mercantile per diventare San Francesco (1181 - 1226). Sono molti i libri che già quest'anno vengono dedicati al santo di Assisi. Tra questi spicca, arriva ora in libreria, Francesco. Il primo italiano di Aldo Cazzullo (HarperCollins, pagg. 264, euro 19,50). La capacità divulgativa di Cazzullo è nota, l'ha applicata a più di trenta libri, in questo caso la applica ad una biografia estremamente complessa, sottoposta nei secoli a una immaginabile agiografia, che del Francesco storico ha limato molti spigoli.
Cazzullo restituisce al lettore un personaggio a tutto tondo tenendo conto di questa complessa stratificazione. Lo fa scegliendo una chiave particolare, quella che traspare dal sottotitolo: Francesco visto come il primo italiano. Spiega egli stesso: «Credo che Francesco possa davvero essere considerato il primo italiano. Non è una tesi scientifica. È un'adesione spirituale. Un mondo dell'anima. San Francesco è il primo italiano perché è il primo a scrivere una poesia meravigliosa, il Cantico delle Creature, nella nostra lingua: il volgare, la lingua del popolo, l'antenato dell'italiano moderno». Cazzullo indica molte altre azioni seminali dell'assisiate - ha inventato il presepe, ispirato artisti (anche alla riscoperta della natura), dato un nuovo spazio alla dignità umana, mettendo anche le basi per alcuni degli sviluppi dell'umanesimo - ma l'attenzione alla capacità di predicare, alla capacità di sedurre l'uditorio e chi gli sta attorno è una delle cose più riuscite del saggio. Ci raccontava mesi fa proprio in queste pagine Fra Massimo Fusarelli, Ministro generale dell'ordine dei Frati minori (e autore di un'altra fondamentale biografia di Francesco edita per i tipi di Bur): «Francesco era molto charmant, con la conoscenza che abbiamo delle scienze umane possiamo dire che aveva un tratto narcisista che poi ha abbandonato per andare verso il Signore. Ma questo suo carisma magnetico gli è rimasto nel corso di tutta la vita». Questo percorso appare molto ben delineato anche nel lavoro di Cazzullo che mostra come un giovane figlio di mercante attraversi un complesso percorso personale che trasforma il suo enorme carisma mondano in una potentissima vocazione religiosa che è anche vocazione al prossimo. Francesco diventa un comunicatore integrale - «di tutto il corpo facea lingua» - e da questa virtù, che era il suo modo di declinare un amore integrale per Dio e per il prossimo, deriva la sua imperitura attualità.
L'ampio quadro delineato da Cazzullo può essere poi completato e approfondito attingendo anche ad altri due volumi, Il cantico dell'umiltà di Giulio Busi pubblicato nella collana Le Scie Mondadori (pagg. 144, euro 20) e San Francesco di Alessandro Barbero (Laterza, pagg.
448, euro 20). Busi mette in scena alcuni dei momenti fondamentali della vita del Santo descritti quasi in piccole miniature (realizzate con ottimo cesello), Barbero mette in luce il gioco di specchi della leggenda di Francesco.