Il diario ritrovato sulla guerra di Crimea: un massacro che parla anche al presente

Così un italiano del 1855 combatteva per portare la pace dove si combatte anche oggi

Il diario ritrovato sulla guerra di Crimea: un massacro che parla anche al presente
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Un viaggio nel tempo, che parte dalle parole vergate da un ufficiale piemontese durante la Guerra di Crimea (1853 -1856). Una testimonianza di come i corsi e i ricorsi della Storia ci portino a rivedere le stesse violenze negli stessi luoghi dove da secoli si concentrano le tensioni geopolitiche, come fossero delle linee di faglia dello scontro di civiltà. All’interno del festival degli archivi, Archivissima, sabato 7 giugno, al Museo del Risorgimento di Torino si terrà (alle 18) l’incontro “Diari di Crimea…dalla parte del Futuro” con la giornalista Anna Zafesova e Alberto Masoero, docente di studi storici presso l’università di Torino, moderati da Alessandro Bollo, direttore del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano. La cerimonia di donazione di un prezioso taccuino-diario - intitolato “Diario o memorie sulla Campagna di Crimea” e redatto, nel 1855, dal Colonnello dei Bersaglieri, Paolo Filippo Vaccaneo (1824-1888) - appena restaurato dal Centro de La Venaria Reale e recante le memorie della guerra in Crimea del 1853-1856, sarà il punto di partenza per un’ampia riflessione sull’uso politico della storia tra passato, presente e futuro. Sarà presente Francesco Pini che ha donato il taccuino, cimelio di famiglia da cui prende spunto l’incontro.

Come ci ha spiegato a responsabile degli archivi del Museo Daniela Orta: “Questo taccuino, molto piccolo, delle dimensioni di uno smartphone, pieno anche di schizzi, non contiene informazioni eccezionali dal punto di vista storico. Però contiene un punto di vista interno. Ci fa vedere il percorso dei soldati italiani giorno per giorno. In luoghi che anche oggi sono al centro della Storia. E poi sono riportati i discorsi che venivano fatti alle truppe. Insomma è un pezzo di microstoria che risuona con il presente. Ecco perché valeva la pena aggiungerlo alla nostra collezione che, sulla guerra di Crimea, è molto ampia”.

Ecco ad esempio le parole che il taccuino ricorda come monito che venne letto ai soldati alla partenza: “Una guerra fondata sulla giustizia, da cui dipendono la tranquillità dell’Europa e le sorti del Nostro Paese vi chiama in Oriente… I vostri sacrifici saranno benedetti dalle presenti e dalle future generazioni!”. Insomma una guerra in Crimea per non avere altre guerre. E oggi ancora lì si combatte. Quanto al campo di battaglia dove i russi e gli italiani si affrontano nei pressi del fiume Cernaia il 16 agosto 1855. Ecco il resoconto.

“Nel tempo stesso altre numerose colonne Russe con molta artiglieria s'avanzarono dalla parte di Chouliou occupando in modo tutti i mamelloni che circondano i distrutti villaggi Thorgouna e Karlovka, di prospetto alle nostre posizioni, passabilmente trincerate; ed appena giunti, postisi in batteria, fulminarono proiettili da tutte le parti; e più principalmente il mamellone da noi denominato Zig-Zag o opera Cadorna, il quale era occupato dal nostro Battaglione del 16° Fanteria della Seconda Divisione, che dopo mezz'ora circa di resistenza senza artiglieria soprafatti dal numero dovettero momentaneamente abbandonarlo in potere dell'inimico, ma appena che questi rimase possessore, venne immediatamente bersagliato dalla nostra Artiglieria posta in 3 batterie sul mamellone Fanti (pezzi di grosso calibro inglesi ma manovrati dai nostri) la quale fece grande strage da tutte le parti facendole persino saltare in aria 3 o 4 ridotte e per la quale infine l'inimico, che si trovava battuto di fianco dalla medesima, mentre con tanto accanimento si combatteva coi Francesi e coi Nostri lungo la Tchernaja, fu costretto a battere la ritirata, che erano circa le 9 antimeridiane. Dicesi la forza dei Russi essere da 70 ai 80 mila uomini. La perdita dell'inimico si calcola da 5 a 6mila tra morti, feriti e prigionieri di guerra: quella dei Francesi circa mille tra morti e feriti; e la nostra da Duecento circa”.
Trincee a zig zag, basse colline.

Attacchi russi in massa, la vittoria per la migliore artiglieria europea. Una descrizione che potrebbe tragicamente spostarsi al presente. A volte le voci dei soldati del passato potrebbero evitare le guerre del presente. O almeno far riflettere. Come si farà a Torino.

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