"Dictatura", un viaggio alle origini dei pieni poteri

"Dictatura", un viaggio alle origini dei pieni poteri
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Dictatura, la parola latina che ha generato la molto meno “neutra” parola italiana dittatura, e tutti i suoi omologhi nelle lingue moderne. Dictatura, un’istituzione di diritto della Roma repubblicana, chiaramente regolata. La chiave per sopravvivere alle emergenze peggiori, alla minaccia della distruzione, interna ed esterna. Un istituto estremo della Repubblica e del Popolo romano, a rischio di essere volto anche contro la Repubblica e il popolo romano. Insomma un tema del passato che ci aiuta a capire anche dinamiche del presente. È quello su cui riflette Barbara Biscotti, docente di Diritto Romano e Storia del Diritto Romano nel volume, per i tipi di Solferino, che si intitola proprio Dictatura.
Roma e l’invenzione di un potere assoluto (pagg. 240, euro 17,90).
Ciò che colpisce immediatamente, sfogliando il volume, è che, dal suo primo agire nella storia romana, la dittatura non corrisponde in nessun modo a esperienze di tirannide. Come dicevamo è una magistratura prevista e regolamentata dall’ordinamento lato sensu costituzionale, di cui viene mostrato il ricorrere in buona parte degli snodi fondamentali della storia repubblicana come rimedio estremo per la salvaguardia degli equilibri della stessa. Tale accezione del termine spiega Biscotti «conosce solo, semmai, una flessione nel corso del I secolo a.C.
, quando le vicende che hanno per protagonisti prima Silla e poi Cesare lo vedono accompagnarsi a esperienze trasformative del rapporto tra forze politiche e tra popolo e istituzioni, che portano sulla scena del potere inediti personalismi e preludono all’affacciarsi di un’epoca nuova, quella del principato».


Il volume accompagnerà il lettore tra dittature accettate e dittature rifiutate (come nel caso di Augusto), di plebe che urla «Dic-ta-tor!
Dic-ta-tor! Dic-ta-tor!», di fasci littorî, le insegne simboliche dell’imperium, il grado massimo di potere militare e amministrativo nell’Urbe, ostentati e di richiami al supremo pericolo, a volte realistici, a volte usati ad arte. Forse la parte più interessante del volume è quella sulla Roma più antica. Biscotti è brava ad analizzare le fonti nell’ottica della psicologia del potere. Che usa l’emergenza per alimentarsi.

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