Fante, Chandler e la Los Angeles "nera"

Due scrittori diversissimi uniti nel racconto del lato oscuro della mecca del cinema

Fante, Chandler e la Los Angeles "nera"

È difficile pensare a due uomini e scrittori tanto diversi come John Fante e Raymond Chandler. Li dividono origini, percorso umano, stile di scrittura. E anche genere letterario e differenza d'età. Eppure John e Raymond hanno molte cose in comune, a cominciare dall'esperienza di sceneggiatore per Hollywood e dall'inquietudine esistenziale che porta entrambi ad annegare nell'alcol le proprie frustrazioni. Ma c'è qualcos'altro che li avvicina ancor di più, ed è Los Angeles, la città degli angeli che entrambi descrivono come metropoli del vizio, della corruzione, dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Malgrado li separi l'età Chandler aveva ventun'anni più di Fante la città che raccontano, vera protagonista dei loro romanzi, è quella dello stesso periodo.

Chandler, nato a Chicago nel 1888 e vissuto anche in Inghilterra, arriva nella metropoli californiana nel 1912, ma per quasi vent'anni non si occupa di letteratura, lavora come impiegato e si limita a cercare conforto nella bottiglia. Comincia a scrivere racconti nel 1932 e viene pubblicato per la prima volta l'anno successivo. Nello stesso periodo anche Fante fa i primi tentativi di scrittura: ha poco più di vent'anni, nel 1930 si è trasferito in California dal Colorado e un anno dopo inizia a lavorare per Hollywood. Nel '33, mentre Chandler comincia a pubblicare racconti sulle riviste pulp, Fante è impegnato nella stesura di La strada per Los Angeles, la prima opera che però verrà pubblicata postuma decenni dopo.

Gli anni Trenta sono per entrambi un periodo creativo. John si fa strada come sceneggiatore cinematografico e nel 1938 ottiene il primo successo letterario con Aspetta primavera, Bandini, al quale segue Chiedi alla polvere (1939); mentre Raymond esce il libreria con Il grande sonno, che segna il debutto del suo personaggio più iconico, l'investigatore privato Marlowe. Sono figure molto differenti, Philip Marlowe e Arturo Bandini, però si muovono nella stessa Los Angeles sospesa fra il lusso sfacciato delle ville di Malibu e la ricchezza dei capitani d'industria, tra il sogno hollywoodiano incarnato dalle dive del cinema e la realtà di una città invasa da immigrati di ogni parte degli States, vittime della Grande Depressione dopo il crollo di Wall Street. E popolata da diseredati in arrivo dal sud del mondo. In questo senso, Marlowe e Bandini sono due facce della stessa Los Angeles.

Un altro dettaglio avvicina i due autori, oltre all'attenzione per gli ultimi della società, ed è la descrizione quasi cinematografica di una città in perenne movimento. Sia John che Raymond lavorano per il cinema e ciò si riflette nel loro modo di scavare a fondo nell'anima di Los Angeles e dei suoi abitanti. E di sbattere in faccia al lettore l'altro volto dell'American Dream celebrato da Hollywood. Si pensi a come entrambi descrivono il quartiere popolare di Bunker Hill, dove Fante visse per qualche anno e al quale intitolò persino il suo ultimo romanzo (Sogni di Bunker Hill, 1982). In Finestra sul vuoto Chandler così definisce il quartiere: «Bunker Hill è la città vecchia, perduta, fatiscente e piena di balordi».

Per i due scrittori, gli anni Quaranta rappresentano un'inversione di corrente. Dopo il successo, Fante entra in crisi creativa: pur continuando a lavorare come sceneggiatore non riesce più a pubblicare libri ed è assorbito dai problemi familiari (si è sposato ed ha avuto quattro figli). Per Chandler, invece, è il definitivo decollo: pubblica altri quattro libri - Addio mia amata (1940), La finestra sul vuoto (1942), La signora nel lago (1943), La sorellina (1949) diventa famosissimo, i suoi romanzi vengono trasposti in film ed è a sua volta chiamato a lavorare nell'industria cinematografica.

Anche nel decennio successivo, Los Angeles rimane al centro dell'attività letteraria di Chandler e Fante. Prima di morire a 71 anni, nel 1959, l'inventore del genere noir scrive ancora tre opere - Il lungo addio (1953), Ancora una notte (1958), The Poodle Springs Story (1959, incompleto) mentre Fante, dopo il lungo silenzio, ritorna a pubblicare un romanzo (Una vita piena, del 1952), prima di inabissarsi in un'altra crisi esistenziale, acuita per giunta dal diabete, malattia che in tarda età lo renderà cieco e amputato di entrambe le gambe.

L'opera e la figura di Fante verranno rivalutate soltanto alla fine degli anni Settanta, grazie all'intervento di un altro gigante californiano della letteratura, Charles Bukowski, suo grande ammiratore. Così, lo scrittore italo-americano conosce in vita gli ultimi scampoli di successo e viene riscoperto anche in Europa. Muore a Los Angeles nel 1983 a 72 anni, più o meno la stessa età di Chandler.

Si può dire che Chandler e Fante, ciascuno a suo modo, abbiano voluto mostrare il volto oscuro di Los Angeles e dell'America, sollevare il tappeto per mostrare la sporcizia nascosta lì sotto. E nel farlo hanno adottato una vena sociale non strettamente politica, ma che la dice lunga sulla loro visione dell'American Way of Life.

In Chandler la critica al capitalismo a stelle e strisce è spesso implicita, perché Marlowe si muove in una società corrotta e dominata dal denaro nella quale la giustizia è un miraggio e l'etica è in vendita al miglior offerente. Marlowe è un cavaliere solitario, un uomo disilluso che lotta in modo individuale contro la società senza tuttavia proporre nessuna alternativa politica, caso mai scegliendo un atteggiamento etico-anarchico del tutto privato.

Non è molto differente Bandini, un ribelle vitalistico e individualista, pronto a contestare i valori familiari cattolici trasmessi dai genitori italiani eppure fortemente radicato in essi. Orgogliosamente americano di prima generazione, ma inevitabilmente attratto dalle minoranze etniche e sociali della Los Angeles meticcia.

Eroe impolitico e proletario che affronta il doppio handicap di essere povero e di origine italiana in una società fortemente classista e razzista, nella quale come nel caso di Marlowe il denaro appartiene a pochi e l'ascensore sociale è riservato di preferenza ai Wasp.

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