Caro direttore,
prima di tutto so già che questa mail verrà cestinata. Ma io ci provo lo stesso a dire quello che ho dentro. Poi, se lei è un direttore che ascolta tutti quanti, capirà. Non voglio essere la classica «piagnona», ma vorrei avere un po di spazio per raccontarle la mia storia. Ho 44 anni, lavoro (se si può chiamare tale) per conto mio, e ho una micro impresa di pulizie. Micro perché dopo due anni che sono in attività, lavoro sempre e soltanto io. Mi sono stancata di stare nell'ombra, dopo tanti soprusi da parte di banche, finanziarie, amministratori, insomma... tante persone intorno al mio mondo che mi prendono soltanto in giro. Ho aperto questa atttività perché alla mia età trovare lavoro risulta impossibile, essendo italiana e piemontese. Ho tirato avanti da sola, senza una lira in tasca, e ora mi ritrovo peggio di prima. Speravo negli aiuti alle micro imprese, ma evidentemente io non ne faccio parte. Il mio modello unico 2008 risulta di 13000 euro, quindi Lei capisce che sono al di sotto della soglia dei pensionati poveri. Devo pagare un affitto di 400 euro, e sono in arretrato con i pagamenti, devo pagare l'Inps. Una parte dellInps ho dovuto rateizzarla e oggi mi è arrivata una lettera dall'istituto, che mi intima di versare 700 euro per la prima rata. Con quello che percepisco mensilmente, arrivo solo a metà mese. Oltre non ce la faccio. Ho chiesto per un prestito, ma in qualunque parte mi sono rivolta, l'esito è sempre stato negativo. Volessi anche andare ad abitare in una casa popolare, per me non c'è, anche perché sono tutte occupate dagli extracomunitari. Sono demoralizzata, perché sento sul tg persone che si rivolgono agli usurai per colpa delle banche che negano prestiti, extracomunitari che «fanno pena, poverini», quando la realtà è completamente diversa. Io non mi rivolgerò mai agli usurai (anche se a volte certe banche sono quasi peggio...), e non «faccio pena», perché sono piemontese. Si parla sempre e comunque di persone che arrivano coi barconi (e vorrei tanto sapere come fanno a trovare i soldi per venire in Italia) e sono trattati meglio di noi italiani. Mi spieghi una cosa: come si fa ad essere fortunati? Come si fa a vivere dignitosamente? Chi me lo dà un prestito per tirare avanti? Se io chiudo l'unico sostentamento che ho per vivere, cosa faccio? Il mio compagno (44 anni) non ha un lavoro. Lo cerca, ma le porte sono chiuse. A chi mi devo rivolgere per far sentire che esisto? Che voglio vivere? Sto morendo pian piano, non ce la faccio più. I debiti si accumulano, la voglia di vivere continua a scendere, sono piena di problemi... Cosa faccio, direttore? Mi dia una risposta. Vorrei che si potesse dire al tg la mia storia, che è oltre a quello che le ho scritto, per far capire a tutti quanti in che razza di vita sto vivendo. Non chiedo tanto, non chiedo l'impossibile. Chiedo solamente di poter essere ascoltata, chiedo che qualcuno mi dia una mano. Ma forse, come ho detto all'inizio, sono italiana e piemontese. E la mia storia non interesserà a nessuno. Ho scritto al Presidente della Repubblica, ho scritto a Berlusconi, a Bossi. Non ho mai avuto una risposta.
Lei non è invisibile, cara Antonella. È lunica risposta che ho.
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