Cronaca locale

Leucemia a scuola «L’influenza suina tra le possibili cause»

C’è un anello di congiunzione che lega i sette casi di leucemia infantile verificatisi a Milano tra il 14 dicembre e il 14 gennaio scorso. E ha un nome molto conosciuto: il virus H1N1. Proprio l’influenza suina, la pandemia archiviata come inutile emergenza sociale, potrebbe aver spinto verso la malattia bambini geneticamente predisposti. Non si tratta ancora di una clamorosa scoperta, ma di una ipotesi alla quale sta lavorando il gruppo di esperti costituito a Milano dopo il drammatico evento dei sette bambini ammalati in un mese. Un’ipotesi partita dalla prima constatazione che (unico comune denominatore) tutti i bambini interessati si erano ammalati di influenza nelle settimane precedenti ed emersa durante il lavoro congiunto di Asl, Arpa, San Gerardo e Comune eseguito in questi tre mesi.
Un lavoro rigorosamente scientifico e prodotto in tempi record «proprio per rispondere alla forte preoccupazione dei genitori dei 400 alunni della centralissima elementare di via Corridoni», ha spiegato in un lungo incontro con i genitori Luigi Bisanti, epidemiologo dell’Asl e responsabile della relazione. Tre dei sette casi sono infatti alunni della Cuoco Sassi, un quarto è la sorellina di un allievo, mentre gli altri tre vivono in altre zone della città. Esiste un rischio ambientale a frequentare la scuola di via Corridoni? No. Nelle 200 pagine di relazione depositata presso la Procura (dove è stata aperta un’indagine con l’ipotesi di reato di lesioni colpose) sono trascritte le centinaia di misurazioni effettuate presso la scuola, nel quartiere e nelle abitazioni dei bambini colpiti. I tecnici hanno analizzato livelli di benzene, radiazioni ionizzanti, campi di induzione magnetica in ogni classe e in ciascuna stanza delle abitazioni. L’unico valore che non è stato indagato è quello del pm10 «ma per il semplice motivo che in letteratura scientifica non esiste ricerca che metta in relazione il pm10 con le leucemie» ha detto Bisanti. Tutti i valori sono risultati confrontabili con la media cittadina, spesso addirittura molto al di sotto della soglia minima. E dunque? Dunque i ricercatori, dopo aver escluso il fattore ambientale, hanno fatto una scoperta clamorosa: «Nello stesso periodo di tempo considerato non solo a Milano, ma anche in Piemonte e in Veneto si sono verificati lievi, ma non trascurabili innalzamento dei casi di leucemia linfoblastica infantile - ha spiegato Bisanti -. Lo stesso è successo in Inghilterra appena dopo l’ondata di influenza suina».

«Per le conclusioni bisognerà aspettare mesi di ricerche e controlli incrociati - hanno spiegato Andrea Biondi e Giuseppe Masera, i due medici che al San Gerardo stanno curando i bambini colpiti da leucemia -, ma non è escluso che il virus possa aver avuto una responsabilità diretta nel determinare l’affacciarsi della malattia».

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