Levaggi «Compatti in provincia: la nostra casa è il Pdl»

«Nessuno mi ha mai messo il bavaglio, né in passato, quando ero esponente di Forza Italia e assessore regionale impegnato in settori delicatissimi come la sanità, l’ambiente, l’energia, né ora che sono coordinatore provinciale del Pdl. C’è sempre stato, e ci sarà sempre il più ampio dibattito all’interno del partito». Ci tiene a precisare subito questo, Roberto Levaggi, nel momento in cui, a sentire qualcuno (magari interessato...), c’è il rischio anche in Liguria di una diaspora dal Popolo della libertà verso il movimento dei finiani.
In provincia di Genova pare che il pericolo sia esorcizzato, vero Levaggi?
«Posso dirlo con assoluta serenità: a levante, nel Tigullio e nell’entroterra, i nostri quadri sono compatti nel riconoscersi nel documento approvato dal vertice nazionale del Pdl e, inoltre, nel confermare l’adesione più convinta alla politica del partito, vero punto di riferimento e aggregazione dei moderati».
Neanche un distinguo, dunque, o un’eccezione nella vostra squadra?
«Guardi, come ha già dichiarato il mio braccio destro, il vicecoordinatore provinciale vicario Gian Nicola Amoretti, con cui ho una proficua consuetudine di collaborazione, posso parlare a nome di 40 membri del nostro Comitato provinciale, dei 66 coordinatori comunali e dei loro vice, e dei componenti delle dieci Consulte tematiche».
Un bel numero.
«Sono 150 persone in tutto.

Che stigmatizzano l’atteggiamento di Fini, condividono con rinnovato entusiasmo l’appartenenza al Pdl e non vedono alternative all’attuale politica del partito. Questa è la realtà, nel segno di una franchezza e di una dialettica interna, ma anche di una lealtà che non sono mai mancate e mai verranno meno».

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