Cronaca locale

L'Expo riunisce il cda per trovare un'intesa sulle deleghe di Stanca

Domani riunione informale per arrivare all'assemblea del 9 aprile con gli assetti già definiti. Si attende un drecreto del governo per fissare i compensi

Una riunione informale dei consiglieri di amministrazione di Expo 2015 Spa per affrontare il tema delle deleghe da assegnare al futuro amministratore delegato. L'incontro è stato fissato per domani in vista dell'assemblea dei soci convocata per il 9 di aprile. Alla riunione di domani, oltre al presidente della società Diana Bracco, prenderanno parte anche i consiglieri Paolo Alli per la Regione Lombardia, Enrico Corali per la Provincia di Milano, e il dimissionario Angelo Provasoli per il Tesoro. L'obiettivo è quello di arrivare all'assemblea del 9 di aprile con un quadro già definito delle deleghe da assegnare al futuro ad che dovrebbe essere l'ex ministro per l'Innovazione Lucio Stanca.
Proprio il tema delle deleghe accanto alla definizione dei compensi era stato all'origine dei contrasti tra i soci che hanno rallentato la partenza della macchina organizzativa. Se si riuscirà a trovare un accordo sulle deleghe prima dell'assemblea, sarà sufficiente, una volta che i soci in quella sede avranno nominato il nuovo Cda, convocare subito un consiglio di amministrazione che distribuisca le deleghe all'ad. I soci, infatti, il 9 aprile dovranno procedere con la ratifica dell'ingresso di Stanca al posto di Paolo Glisenti, il passaggio di Provasoli alla presidenza del collegio sindacale al posto del leghista Dario Fruscio e l'ingresso di Leonardo Carioni.
Si parla, invece, di una definizione dei compensi attraverso un emendamento al decreto del presidente del Consiglio che già dovrà recepire le modifiche relative al passaggio della realizzazione delle opere essenziali sotto la regia della Regione. I compensi erano già finiti nell'occhio del ciclone nei mesi scorsi poiché è di dubbia definizione l'assetto della società, se si tratta cioè di una società a maggioranza statale o piuttosto a maggioranza locale.

In tal caso andrebbero applicati i limiti imposti con la Finanziaria 2009 che fissa un tetto per i manager delle società municipalizzate, alla quale normativa ha recentemente rimandato la Corte dei Conti per quanto riguarda le società controllate dal Comune di Milano.

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