La lezioncina di Colombo: «Mr. Fiat non è simpatico»

RomaDa ex uomo Fiat e agnelliano di ferro Furio Colombo, l’uomo più a sinistra che abbia mai abitato un loft a Manhattan, ha capito qual è il vero problema dell’azienda torinese e di Sergio Marchionne in particolare: non sono simpatici. L’antipatia della Fiat è proprio «un effetto forte, come un aroma», tipo il caffè, ma più amaro, lamenta Colombo sul Fatto. Tra l’altro, cosa davvero insopportabile, Marchionne non ha nemmeno un sorriso, ma solo un sorrisetto, «che è cosa ben diversa». Niente a che spartire con quei simpaticoni degli Agnelli, quando a Torino regnavano loro e Colombo regnava, come reggente della casata, a New York. Nessuno, prima di Colombo, aveva mai avvisato l’ad Fiat che «la simpatia conta molto nelle vendite», e la simpatia di Colombo influirà parecchio in quelle del Fatto. L’aveva fatta valere a suo tempo con quel buontempone dell’Avvocato, che ne intuì presto le doti di gran simpaticone prelevandolo dalla redazione per avviarlo alla carriera di manager. Passaggio che Colombo, fustigatore della stampa troppo vicina al potere, ha sempre trovato naturalissimo: «Quando lavoravo per La Stampa a New York - raccontò - divenne abbastanza naturale che mi occupassi anche di relazioni esterne della Fiat, per poi diventarne amministratore delegato e poi presidente della Fiat Usa». Naturale, cosa c’è di strano se un giornalista poi diventa amministratore delegato per la società che possiede il giornale in cui lavora? Niente, a patto che ci sia la simpatia. Fu talmente simpatico Colombo che si guadagnò - da presidente di Fiat Usa - anche una cattedra di giornalismo alla Columbia University. E poi la poltrona all’Istituto di cultura italiana di New York. Ma non perchè fosse uomo Fiat, no, per la cultura e la simpatia.
Quelle sì che erano relazioni industriali. Non il «gelo e disprezzo» dei Marchionne che «umilia gli operai italiani». Manager che non attirerebbero mai quel grande calore che si registrò al Metropolitan Museum di New York, nell’ottobre del ’91, alla festa di compleanno per l’avvocato Agnelli. Gran cerimoniere il presidente-intellettuale Furio Colombo.

«É la prima data in cui tutti i suoi amici si sono incrociati nello stesso punto del pianeta e alla stessa ora», spiegò Furio, emozionato dalla simpatia dell’occasione. Sai che risate farebbe fare, fosse per lui, a Melfi e Pomigliano d’Arco.

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