Dedicato a tutti quelli che... cantava Ramazzotti. Dedicato a tutti quelli che... ha cantato la Genova rossoblù. Anzi, più che cantare, ha fatto, ha dimostrato. Certo, Enrico Preziosi lha voluta dedicare alla infinita sportività di Beppe Iachini che ha permesso ai genoani di vivere meglio il trionfo di sabato. Certo, i giocatori, con le loro magliette, lhanno dedicata «A... voi», cioè a quelli che li hanno sempre sostenuti anche nei momenti peggiori. E chi leggendo la prima riga ha pensato a un po di veleno, beh, non da queste colonne, ma sicuramente più di un genoano la serie A lha dedicata anche ai cugini. E allora? Cosa cè di male? Vogliamo togliere anche questo al calcio? Togliamo pure qualche centinaio di posti allo stadio per mettere i seggiolini che intanto verranno usati come zerbini, spegniamo i fumogeni, multiamo anche i cori ingiuriosi nei confronti dellarbitro. Poi però basta. Sennò a pallone ci giochiamo su Internet. Visto che cè anche chi si scandalizza per gli sfottò reciproci, dedichiamo a tutti quelli lì la splendida, toccante, eccezionale festa di sabato sera.
Perché la festa del Genoa e da Genoa è stata anche una lezione. Data dai tifosi, prima di tutto. Perché il giorno dopo, la città si è risvegliata pulita dopo solo un colpo di ramazza. Il Ducale, la prefettura, i portici. Tutto come prima. Qualche muretto di contenimento grigio diventato rossoblù è certo meno antiestetico di come era prima e di come sarebbe se ci passassero i graffitari che tanto hanno spazio in questa città. È una lezione per chi non ha ancora capito che gli sportivi genovesi possono dare lezioni di ordine pubblico anche a quanti a volte ne parlano solo con il codice penale in mano e al solo scopo di tenerli lontani dai loro stadi, perché vedono il pallone come il demonio e non conoscendolo non sanno distinguere una tifoseria dallaltra.
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