La lezione delle sedie di Siviglia

Qualche anno fa, girovagando per Siviglia, ero rimasto colpito, oltre che dalla bellezza di quella città, da un’enorme catasta di sedie pieghevoli di legno perfettamente ordinate in una piazza del centro storico. Ho capito la sera stessa che servivano ai sivigliani per godersi film, concerti e spettacoli teatrali che rallegravano le calde serate andaluse. Al chiudersi del sipario, applauso e poi tutti a rimettere a posto le sedie per la serata successiva. Non credo purtroppo che a Milano possa accadere. Le sedie sopravviverebbero al massimo un paio di settimane per ritrovarsi, con nuova destinazione d’uso, in qualche area dismessa, in un campo rom o su qualche insospettabile terrazza per rendere più confortevole il barbecue. Ma, sedie a parte, l’esempio di Siviglia va ricordato a Palazzo Marino che si prepara a varare un nuovo codice di regolamentazione per gli eventi della Galleria. Il sindaco ha chiesto all’assessore Maurizio Cadeo di «cancellare» gli allestimenti troppo ingombranti e di durata eccessiva che mettono a dura prova i mosaici della pavimentazione. La speranza però è che l’assessore al Decoro urbano non prenda la Moratti troppo alla lettera. Giusto ridurre eventi che con Milano c’entrano poco e che ai milanesi interessano ancor meno, ma azzerando tutto si corre anche il rischio che la Galleria si trasformi in una triste succursale di piazza Duomo. Cioè uno spazio grigio dove, culturalmente parlando, non succede molto se si escludono i megaconcerti che ogni tanto la riempiono. Ed ecco che allora torna Siviglia.

Cadeo si dimentichi le sedie ma, compilando il regolamento che poi metterà nelle mani del sindaco, provi a dare spazio a qualche rassegna cinematografica, un concerto di musica da camera o a qualche compagnia che fa teatro di piazza. Credo che i milanesi apprezzerebbero. Anche restando in piedi.

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