Dire solo, come hanno fatto alcuni giornali, che coi suoi annunci a chiusura degli stati generali dellecologia Sarkozy è diventato verde è ancora poco. Perché non fa capire al lettore la potenza del colpo di teatro riuscito al presidente e al centro destra francese. Dietro di lui le colonne doro e le porpore del gran salone dellEliseo; accanto Barroso e Al Gore raggianti, e il vestito blu intenso della premio nobel keniota. E Sarkozy che solenne e felice inizia il suo studiato discorso, in una scenografia napoleonica perfetta di colori e lampadari. E i 700 invitati pure loro compresi in questa esibizione della Francia, tantè che la keniota pareva haitiana, e il rude Barroso un ministro di Napoleone. Ma intanto lui, Sarkozy, scombinava le convenzioni, e accettava il principio di una tassa sulle emissioni di carbonio, e laltro principio di cautela sugli Ogm. Facendo suo lordine del giorno ecologista. Tantè che persino i più dubitosi sono esplosi: «Formidable». Il presidente del Wwf ha ammesso: «Sono soddisfatto». E lentusiasmo non si limitava al Terzo Mondo della keniota o ad Al Gore, ma contagiava persino il Medef, la Confindustria francese. Malgrado le reticenze esibite nella trattativa, la presidente Laurence Parisot ha visto bene che il processo «si fa in uno stato di spirito eccezionale».
Ed è proprio questa la prima lezione che la destra in Italia dovrebbe imparare. Sarkozy verde sovverte gli schemi; non resta incagliato nella derisione dei difetti di Al Gore. Ma vede che il suo successo è un segno dei tempi; e vi si adegua con maniere grandiose. «La Francia vuole essere avanti e vuole essere un esempio», spiega, poi aggiunge: «Bisogna trovare il coraggio per dire che laumento del prezzo degli idrocarburi sarà permanente... che non ci sarà più petrolio prima della fine del secolo... e bisogna avere coraggio di dire che non conosciamo gli effetti a lungo termine di almeno centomila sostanze chimiche commercializzate». Insomma un abbraccio allambientalismo, che si spinge allaugurio «che sia sospesa la coltura commerciale Ogm dei pesticidi». Infine lannuncio: il 2008 sarà lanno della messa a punto di un Piano Marshall per lambiente di cui nel 2012 si vedranno tutti i risultati.
Ovvia la morale che in Italia se ne dovrebbe trarre. Da noi lambiente è affare donato ai due peggiori esiti della Questione Meridionale. Il gigante dei rifiuti Bassolino, i Verdi ridotti da Pecoraro Scanio a camarilla elettorale campana, ne sono i sempre più deprimenti esempi. Ma cè stata una destra che ha lasciato lambientalismo a consimili inetti, e troppo spesso sè limitata a diminuire la gravità della questione ecologica. Quando invece Sarkozy, dicendosi pro nucleare, organizza Stati Generali dellambiente per dare un prezzo al carbonio. E la Confindustria francese poi non eccepisce tanto ai 3 o 5 centesimi in più al litro, ma entra nel merito. Chiede a ragione che essa sia compensata da tasse sul lavoro più leggere. Mentre Sarkozy promette investimenti veri, non prodiani, di un miliardo in un quadriennio per la ricerca sulla biodiversità e lenergia. E lascia via libera ai sindaci per i pedaggi urbani. Per rivolgersi infine a Barroso e chiedergli che la Commissione europea studi una tassa comunitaria per gli Stati che non rispettano il protocollo di Kyoto, il che significa finalmente dazi per la Cina. Una circolare proposta di destra. Tuttavia Greenpeace plaude, parla di risultati impensabili solo sei mesi fa. Solo i Verdi francesi reagiscono con una smorfia. A ragione: si sentono mancare la terra sotto i piedi, quella che ha loro tolto così bene Sarkozy.
E dire che nella nostra Italia con eroi del genere di Pecoraro Scanio e Bassolino sarebbe ancora più facile. Basterebbe un poco di praticità. E di farla quindi finita coi causidici piaceri di discettare solo sui difetti delle previsioni ecologiche.
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