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Libano, tre razzi colpiscono Israele

Gerusalemme Tre razzi katiuscia lanciati da un villaggio libanese di confine hanno colpito il territorio israeliano ieri pomeriggio, senza causare vittime: l’unico danno significativo è stato provocato a un pilone dell’elettricità. L’artiglieria israeliana, individuato il punto da cui l’attacco proveniva, ha risposto lanciandovi contro una quindicina di razzi.
Il tenente colonnello Diego Fulco - portavoce dell’Unifil, la forza dell’Onu sotto comando italiano che opera al confine tra Israele e Libano dalla fine del conflitto dell’estate del 2006 -, ha confermato che «almeno due razzi sono stati lanciati dalla zona di Qlaileh, circa sei chilometri a sud della città libanese di Tiro, e sono caduti a nord della città israeliana di Nahariya», presso la costa mediterranea. Al lancio di razzi, prosegue il portavoce, «l’esercito israeliano ha reagito con fuoco d’artiglieria, colpendo l’area da cui sono stati lanciati i razzi». «Poco dopo», afferma il portavoce, è entrato in vigore il «cessate il fuoco» e le scaramucce, stando alle informazioni dell’Unifil, «non hanno provocato feriti».
Israele ha presentato all’Unifil una protesta formale, nella quale ha ricordato che «il governo libanese è responsabile per la prevenzione di attacchi dal suo territorio contro Israele». I razzi di ieri sono i primi sparati da diversi mesi dal Libano. Altri attacchi sono stati denunciati da allora dalle forze israeliane, libanesi e dalle forze di pace dell’Onu, sempre nella zona vicino alla frontiera e attribuiti a gruppi militanti più che a Hezbollah, il movimento sciita, sostenuto da Iran e Siria, ancora molto potente in Libano, in particolar modo nella zona meridionale.
Durante l’offensiva di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza dello scorso gennaio, Hezbollah aveva già respinto le accuse che lo volevano coinvolto nel lancio di razzi dal Libano. I responsabili della sicurezza hanno riferito che è più probabile che dietro quegli attacchi ci siano piccoli gruppi di rifugiati palestinesi o gruppi legati ad Al Qaida.

Poche ore prima dell’attacco, forze israeliane sostenute da aerei avevano compiuto manovre militari nella zona di frontiera con il Libano e la Siria, ma a diverse decine di chilometri di distanza.

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