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LIBERI SERVI DEL CAV Sallusti e Feltri: la riscossa è possibile...

Al teatro Capranica di Roma si è svolta la manifestazione organizzata dal direttore del Foglio per rilanciare il centrodestra. Hanno parlato Sallusti, Feltri, Belpietro, Sechi, Piero Sansonetti e Ritanna Armeni. E i politici: Santanchè, Galan, Meloni e Mussolini

LIBERI SERVI DEL CAV 
Sallusti e Feltri: 
la riscossa è possibile...

Roma - Davanti alla platea del teatro Capranica di Roma Giuliano Ferrara lancia l'adunata dei "liberi servi d'Italia": una chiamata alle armi del mondo giornalistico del centrodestra. Accanto a lui, sul palco, ci sono il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, Vittorio Feltri, Maurizio Belpietro e Mario Sechi. Presenti anche intellettuali e personalità della sinistra che si distinguono per lo spirito libero: sono i cosiddetti "infiltrati", come con tono scherzoso li chiama Ferrara. L'obiettivo del direttore del Foglio è rilanciare la leadership di Berlusconi. Ma non in maniera acritica. Ferrara è consapevole del momento difficile per il centrodestra. E desidera fungere da pungolo a partire dalle primarie, lo strumento di democrazia diretta che permette la selezione dei candidati dal basso. "Noi amici non servili - esordisce Ferrara - diamo un consiglio disinteressato a Berlusconi: cambia passo, rimettiti in gioco e rilegittimati con una grande campagna nazionale, altrimenti non ci sarà nessun rilancio dell’azione di governo"...

L'appello per le primarie Ferrara lo dice senza troppi giri di parole. Serve "una grande campagna nazionale di rilegittimazione di Berlusconi, altrimenti non si può andare avanti". Poi l'appello incalzante: "Cavaliere, non ti ingessare, torna a combattere, e sostituisci l'autocrazia con la democrazia nel tuo partito". Il Pdl deve cambiare e diventare qualcosa di diverso. I suoi leader si rimettono in gioco, creando una situazione di democrazia interna aperta anche all'intera coalizione. Tradotto dal politichese? "Primarie generali, con un regolamento rigido, l'1 e il 2 ottobre. Dobbiamo evitare il solito tran tran... Il Pdl diventa un’altra cosa da quella che abbiamo conosciuta. I leader si mettono in gioco, anche loro, e si candidano. Si crea una situazione di competizione e democrazia interna". Per Ferrara questo è "l’unico modo di non cedere a una logica che, inevitabilmente, porterà a un cinico dissolvimento delle belle aspettative degli ultimi vent’anni".

Sechi: rimettersi in gioco "Io sono nato in una terra - dice il direttore del Tempo Mario Sechi - dove le primarie le fa la natura. Dove ci si mette in gioco fin da subito, a ogni livello".Poi cita Francesco Cossiga... "nelle nostre case si sono sempre mangiate due cose, minestra e politica". "Negli ultimi anni ho visto molte tavole apparecchiate, ma poca o nulla politica".

Fischiata Marina Terragni Molto duro l'intervento della giornalista del Corriere Marina Terragni: "A Berlusconi auguro una vita lunga, ma temo che il berlusconismo sia finito". Poi, soffermandosi sulle recenti elezioni di Milano: "I milanesi non lo hanno più votato (il Cavaliere, ndr) perché l'hanno giudicato inadeguato e moralmente inaccettabile". E giù, in modo ancor più pesante: "Berlusconi è vecchio, è muffa, ai giovani non piace più". A quel punto la platea l'ha fischiata sonoramente: "Vattene", "Basta", "Tu sei vecchia". Al termine dell'intervento Ferrara ha invitato all'applauso "di cortesia"

Belpietro: il Cav torni a far sognare il Paese Pur non condividendo l'analisi fatta dalla Terragni il direttore di Libero Maurizio Belpietro l'ha difesa: "E' sbagliato non ascoltarla". Poi, dopo aver ricordato che il premier "ha fatto cose e leggi molto importanti", ha iniziato la sua critica: "Quando Berlusconi parla solo di giustizia e Santoro certifica la sua sconfitta. Aveva il sogno di cambiare l'Italia, a queste elezioni ha perso contro chi aveva idee di cambiamento". E, soffermandosi sulle ultime scelte del Pdl, osserva: "La nomina di Alfano è un modo per prender tempo, non per risolvere il problema...". Poi anche Belpietro si sofferma sulla proposta di Ferrara: "E' difficile fare le primarie, molti nel partito non le vogliono, hanno paura di tornare a casa. Berlusconi le teme, sa che sono la certificazione della ricerca del suo successore". Il Cavaliere "smetta di parlarci dei problemi senza darci soluzioni. Lo faccia per il Paese, o il centrodestra muore".   

Santanchè: non è tempo di parlare di primarie "Non fingiamo di non avere perso. Dobbiamo ascoltare di più la gente, soprattutto le donne - ha esordito Daniela Santanchè -. Gli italiani interessa la nostra politica economica, non le primarie. Abbiamo perso per nostri errori politici". Cercando di dare una spiegazione all'esito elettorale delle amministrative, la Santanchè si è limitata a dire: "Perdiamo perché Berlusconi non comanda più. Deve tornare a comandare di più". 

Ritanna Armeni "La destra ha perso elezioni per colpe sue. I vostri elettori sono delusi, e voi sottovalutate questa delusione. Non si può tornare al passato, ma bisogna chiedersi come ricostruire il centrodestra senza il Cavaliere". Replicando ai mugugni della platea la Armeni ha puntualizzato: "Questo centrodestra non si può ricostruire senza Berlusconi. Ne serve uno nuovo, come serve un nuovo centrosinistra". 

Galan: promesse non mantenute Il ministro della Cultura, Giancarlo Galan, arriva subito al sodo: "Non abbiamo mantenuto le promesse, ecco perché abbiamo perso. Non abbiamo abbassato le tasse, abbiamo fallito la rivoluzione liberale, non abbiamo fatto un partito di grande respiro". Poi, soffermandosi sul tema lanciato da Ferrara: primarie a tutti i livelli se sono occasione per discutere, se sono guerra di tessere... no. E conclude: dove lo troviamo un pazzo che si candida contro Berlusconi?

Sallusti: Berlusconi può dare l'ultima spallata Nel suo intervento il direttore del Giornale è partito dall'analisi del voto di Milano: il centrodestra ha perso perché ha sbagliato a ricandidare la Moratti. Poi, entrando nel vivo del dibattito sul futuro del Popolo della Libertà, Sallusti ha preso le distanze da quanto proposto negli interventi precedenti: il Pdl deve essere un partito al servizio di Berlusconi, ogni altra forma è perdente. La tesi del direttore del Giornale è questa: quando il partito si mette al servizio delle intuizioni di Berlusconi vince. E ha citato tutte le candidature di "sconosciuti" imposte dal Cavaliere e poi rivelatesi vincenti. Ma è soprattutto una cosa, secondo Sallusti, che serve al Paese: fare quelle riforme che permettano a una maggioranza di poter governare. E' questa la vera grande sfida che Berlusconi ha davanti a sé. "Possiamo ancora credere che Berlusconi possa cambiare le regole così che questo paese diventi governabile". E il direttore cita De Gaulle: "Anche lui diede più di una spallata, a volte ponendosi anche borderline rispetto alla Costituzione, ma seppe cambiare nell'interesse del suo Paese". 

Meloni: sì alle primarie Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, sposa in pieno la proposta di Ferrara e dice sì alle primarie per selezionare i candidati e sì ai congressi. "Bisogna cambiare la legge elettorale - propone la Meloni - la gente deve poter scegliere i suoi rappresentanti". "Non bisogna cambiare il nome del partito, è una delle cose più belle che abbiamo". 

Mussolini: ripartire dalla base Alessandra Mussolini parte da un punto fermo: servono ammissioni di responsabilità, chi sbaglia deve pagare. Proprio per questo "bisogna ripartire dalla base". "Le primarie servono a coinvolgere la gente, anticipano la campagna elettorale, la rendono vivace". 

Piero Sansonetti "Bene il garantismo di Berlusconi e la sua lotta contro il potere dei giudici", ha detto l'ex direttore del quotidiano comunista Liberazione. "Berlusconi ha ridato il volto alla destra italiana, ma ha cambiato anche la sinistra". Poi un'analisi sulla politica nel Paese: "E' volato a destra in assenza di una sinistra". Due possibilità per la sinistra: che rinasca radicale libertaria e riformista o che rimanga il partito di Repubblica. E suna cosa Sansonetti è sicuro: "Sono molto più reazionari De Benedetti e Marchionne di Berlusconi".

Feltri: no a funerali prematuri Secondo Vittorio Feltri la sinistra ha vinto ma sarebbe estremamente sbagliato fare "i funerali al centrodestra, il campionato è ancora lungo". Per dare una scossa a questo partito, osserva Feltri, bisogna "ricorrere persino alle primarie". E' necessario trovare un meccanismo migliore della designazione dall'alto dei candidati. Su questo punto, dunque, anche Feltri sposa la linea segnata da Ferrara. Non manca una battuta a effetto: "Se l'avversario è Bersani e noi nel 2013 perdiamo le elezioni io vengo qui e mi sparo". Un obiettivo da perseguire: reintrodurre l'immunità per non lasciare il Paese nelle mani dei giudici. Poi l'appello accorato, a tutto il centrodestra: "Se non reagiamo perderemo, e sarà una sconfitta da stupidi, non si può perdere contro questa sinistra". Il convegno si chiude. Alla fine l'atteso intervento del Cavaliere non c'è stato. Ma Berlusconi ora cosa farà? Lancerà davvero le primarie? Tra poco sapremo... una cosa è certa.

Ancora una volta il pallino ce l'ha in mano il Cavaliere. 

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