Eni torna a produrre in Libia. La società italiana ha riaperto quindici pozzi nel giacimento di Abu-Attifel, situato in Cireanaica, una zona relativamente tranquilla rispetto alla guerra. Per il momento la produzione è pari a circa 31.900 barili al giorno, ma presto saranno riattivati altri pozzi, con l’obiettivo di raggiungere i volumi minimi necessari per riattivare l’oleodotto che trasporterà il petrolio fino al terminale di Zuetina. Il campo di Abu-Attifel ha un valore simbolico, essendo il primo campo scoperto in libia da Eni negli anni ’60.
Del resto, si sa che la società italiana è il primo produttore di gas e petrolio in Libia, con una produzione di idrocarburi nel 2010 pari a 273mila barili di greggio al giorno. L’attività, però, si era fermata il 16 marzo, all’inizio del conflitto tra le forze fedeli a Gheddafi e gli insorti, ed è ripresa soltanto ieri. Tra le priorità di Eni c’è la riattivazione del gasdotto Greenstream che collega la Libia all’Italia. Per questo, sono stati inviati due tecnici italiani sulla piattaforma dove si estrae gas prospicente Tripoli, mentre la produzione nel campo di Wafa è rimasta attiva, ma soltanto per produrre il metano necessario ad alimentare le centrali elettriche della capitale libica. È stata invece totalmente interrotta l’esportazione attraverso il gasdotto Greenstream che collega Mellitah con Gela che ora Eni punta a ripristinare entro l’inverno. Sempre ieri il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki si è incontrato con l’amministratore delegato Eni, Paolo Scaroni (nella foto), per discutere dello sviluppo del campo «super giant» di Zubair nel centro del Paese. Scaroni ha anche annunciato che la società parteciperà all’asta e alla gara per lo sviluppo del campo di Nassirya.
Nell’ambito dell’incontro, l’ad ha illustrato tutti gli aspetti relativi allo sviluppo del giacimento iracheno, tra cui l’ampliamento dell’organizzazione, che si avvale di 200 espatriati, e di nuove strutture all’interno del distretto operativo oltre che della recente apertura di uffici a Baghdad.
Il ministro al-Maliki, si legge nella nota del gruppo, si è dichiarato soddisfatto dell’attività svolta da Eni in Irak e ha auspicato una maggiore presenza della società nel Paese. Zubair è considerato uno dei più grandi giacimenti di petrolio del Paese, con una produzione che a regime raggiungerà 1,2 milioni di barili di greggio al giorno.