Romanzi e saggi, ma mai ricettari. Gli chef i libri di cucina li scrivono ma non li leggono. Si intitola La salute vien mangiando (Pubbliedi), il volume che lo chef Alessandro Circiello, re del catering Dolci e Dolcezze, ha dedicato alla cucina sana, come prevenzione e cura, tra ricette e tecniche di cottura. «Amo leggere romanzi - racconta - ma pure saggi legati allattualità. A volte, leggo volumi scritti da altri chef, da Gualtiero Marchesi ad Allan Bay. Non si tratta di ricettari però, ma di testi nei quali raccontano la loro professione: Antonello Colonna, anima dellOpen Colonna, a dicembre, con Newton Compton, pubblicherà Larte di essere cuoco. 25 anni di cucina. «Un libro - annuncia - che riunirà circa duecento piatti rappresentativi dellevoluzione della mia cucina, basata sullunione di tradizione romana e spunti stranieri». Varia la scelta delle letture. «Amo i romanzi, ma devono riuscire a intrigarmi, come Il Profumo di Suskind. Ora sul comodino, ho Il lavoro manuale come medicina dellanima di Matthew Crawford e Ogni cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer». Libri in valigia e nel cassetto per Giulio Terrinoni, chef di Acquolina: «Porto sempre con me Il vecchio e il mare di Hemingway, di cui amo rileggere periodicamente qualche passo. Amo pure romanzi orientali. Intanto sto lavorando a un mio libro di ricette.
Per ora, ogni sera, regalo ai clienti una copia della ricetta del mese, che a fine anno riunirò in una piccola rilegatura». «In valigia porto qualche libro - ammette Francesco Apreda, chef di Imàgo - ma non sempre riesco a finirlo, perché cerco di dedicare il maggior tempo possibile a mia figlia di quattro anni».Libri Cuochi, niente ricettari sotto lombrellone
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