La mia proposta di legge per istituire una commissione parlamentare dinchiesta sullimparzialità dei libri di testo scolastici ha sollevato un coro di reazioni indignate, scandalizzato i soliti moralisti a senso unico oltre a qualche accademico che credo mi accusi di lesa maestà.
Ovviamente mi aspettavo di dover assistere a un simile triste spettacolo che dimostra quanto la sinistra e i suoi cantori siano assolutamente lontani dal concetto di obiettività e imparzialità. Solo chi è ignorante, ingenuo o in malafede dimentica che in Italia negli ultimi cinquantanni lo studio della storia è stato spesso inquinato e manipolato a fini politici a opera di moltissimi docenti allineati alle posizioni del vecchio Partito comunista. Come dimostrato da diverse inchieste giornalistiche degli ultimi anni, eminenti studiosi hanno aperto gli occhi di fronte allegemonia culturale della sinistra nelle scuole. Qualche esempio? Francesco Perfetti (Professore di Storia Contemporanea alla Luiss di Roma) disse a riguardo che «la grande maggioranza dei manuali attualmente in commercio ha unimpostazione ideologica precisa... dal 68 in poi tutto è diventato più confuso per non dire di parte». Paolo Mieli disse che «gli autori dei manuali non hanno avuto cura di distinguere il lavoro degli storici e la storia contemporanea, dove lo storico risulta spesso un distratto lettore di giornali. È come dare in mano la riscrittura degli ultimi 50 anni ad un orecchiante». Galli Della Loggia disse che «i manuali tanto discussi e discutibili sono molti ed esprimono la vulgata storiografica del paese, in cui ha molto peso il punto di vista culturale della sinistra».
Sono stata accusata delle peggiori nefandezze e di voler instaurare una cultura di regime, niente di più falso! La cosa inaccettabile non è il fatto che uno storico di sinistra pubblichi un libro di parte. È inaccettabile il fatto che uno storico pubblichi un libro di parte e che questo venga accettato e propinato a decine di migliaia di ragazzi che dovrebbero conoscere non una storia scritta a senso unico ma le diverse interpretazioni storiografiche su un determinato fatto o momento storico. Il tentativo della sinistra di condizionare linsegnamento nelle scuole, attuato da tanti docenti che scambiano le aule per sezioni di partito è uno dei retaggi dellidea gramsciana della conquista delle «casematte del potere» e oggi, dopo la caduta del Muro di Berlino e con la fine dellideologia comunista in Italia, i tentativi subdoli di indottrinamento restano tali, anzi si rafforzano e si scagliano non solo contro gli attori della storia che hanno combattuto lavanzata del comunismo, ma anche contro la parte politica che oggi è antagonista alla sinistra.
La Commissione dinchiesta che propongo di istituire non sarebbe un organo di censura ma di studio e analisi, limitata a 18 mesi, e sarebbe formata in maniera tale da rispettare in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo presente in almeno un ramo del Parlamento. Conclusa linchiesta, la Commissione darebbe mandato ad uno o più dei suoi componenti di redigere la relazione conclusiva. Se sulle conclusioni dellinchiesta non venisse raggiunta lunanimità, potrebbero essere presentate più relazioni. I lavori della commissione sarebbero pubblici attraverso un resoconto stenografico e il presidente della Commissione, ogni sei mesi, presenterebbe alle Camere una relazione sullo stato dei lavori e sul rispetto dellattività e dei tempi inizialmente programmati. È forse questo un organo espressione di uno stato autoritario ideato per censurare e mettere allindice i libri non allineati?
Il problema dellimparzialità è sentito dai docenti e dagli studenti e non è pura teoria, basta sfogliare la maggior parte dei libri di testo che oggi troviamo nelle scuole, sui banchi dei nostri figli, per capire la gravità del problema.
Ognuno ha diritto ad avere il suo punto di vista e anche la sua faziosità: può scrivere i suoi articoli o i suoi libri, poi li comprerà chi vuole. Ma si può essere così di parte in manuali (perché il problema riguarda non uno, ma molti libri di testo) che migliaia di studenti devono, per forza, comprare e studiare? Può la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano e anche fazioso, spesso superficiale?
Si dice spesso che solo da pochi anni lItalia abbia iniziato a fare i conti con la propria storia, troppo spesso manipolata a fini politici. Credo che la mia proposta di legge possa essere un punto di partenza per affrontare il problema in maniera responsabile, nellinteresse delle giovani generazioni.
*Deputata Pdl
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