I delegati Onu hanno tra i 16 e i 18 anni: propongono le risoluzioni, discutono con i colleghi degli altri Paesi degli emendamenti, si accalorano su una mozione, votano. Parlano (in inglese) di crescita dei Paesi dellEst, problemi dellAfrica, crisi economica; in Consiglio di sicurezza di conflitto Israele-Palestina e operazioni di peacekeeping in Afghanistan e Iraq. Non è il Palazzo di Vetro, ma il liceo scientifico «Farnesina» di Roma. Per pochi giorni si è trasformato nel quartier generale delle Nazioni Unite a New York e con la massima serietà. Una simulazione, non un gioco. Lhanno chiamato Rimun 2009, Rome International Model United Nations, è la terza sessione. A Roma lunica esperienza del genere, in Italia succede solo a Milano e Genova. Coinvolge un gruppetto di docenti ed universitari e 450 studenti: 180 romani e 180 stranieri (di Paesi come Arabia Saudita, Germania, Marocco, Ungheria, Spagna) come delegati e il resto per lo staff organizzativo. Partecipano anche studenti dei licei romani Tasso e Massimo e del Redi di Squinzano. Tutto è iniziato venerdì, con la cerimonia dapertura in Campidoglio e si chiuderà stamattina, nellaula magna delluniversità Luiss, con lAssemblea generale. Al «Farnesina» si sono riunite le commissioni, su Disarmo e sicurezza, Affari socio-culturali-umanitari, Economia e finanza, Ambiente, Diritti umani. Le risoluzioni dei ragazzi sono state proposte, discusse, modificate. E quelle approvate arriveranno oggi in plenum, per il voto finale.
Proprio come avviene nel vero Palazzo di vetro. «Allestero - spiega Francesco Donat, 22 anni, ex-allievo del Farnesina, studente universitario di Economia - da 60 anni si organizza questo tipo di simulazioni nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi. In Paesi come la Germania si fanno ogni anno e si tratta quasi di una materia di studio. In Italia, invece, la cosa non ha mai preso piede, manca una cultura di fondo. Ma il nostro liceo 10 anni fa ha incominciato a partecipare a queste esperienze allestero. Io ero nel gruppo che è andato in Olanda e in Germania. Quando ero in V° liceo abbiamo incominciato a organizzare le simulazioni anche qui e con laiuto della preside, Olga Olivieri e di docenti come Anna Amato, ci siamo riusciti». Per questa sessione ci sono voluti otto mesi di preparazione.
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