di Angelo Moreno*
L'idrogeno è già qui. A fine settembre Honda ha lanciato la berlina Clarity che si aggiunge alla ix35 di Hyundai e alla Mirai di Toyota; Bolzano espande la sua flotta di autobus a idrogeno; il Lazio ne sta acquisendo 5 insieme alla stazione di rifornimento; i Carabinieri hanno la loro prima auto di pattuglia a idrogeno. La Regione Toscana pensa al treno a idrogeno (Alstom ha già prodotto due esemplari per la Germania) e il Comune di Firenze pensa a minibus.
Tutto risolto? No. E ora facciamo un piccolo passo indietro.
Gennaio 2017: con l'ok al decreto di recepimento della Direttiva Ue sui combustibili alternativi, è stato dato il via a una rivoluzione nei trasporti che porterà, nel giro di qualche decennio, alla decarbonizzazione del settore. Tra i combustibili alternativi, l'Italia, allineandosi con l'Europa, ha inserito l'idrogeno, approvando il Pnh, il Piano nazionale per la realizzazione delle infrastrutture a sostegno dei veicoli a idrogeno. Ora occorre una chiara strategia di medio lungo termine e un piano operativo a breve che veda il governo impegnato a promuovere nelle forme opportune, ad esempio con partnerariati pubblicoprivato, gli investimenti nelle tecnologie «abilitanti» e incentivare l'acquisto di veicoli a idrogeno. Purtroppo si sta creando una situazione di «conflittualità»: c'è chi sostiene il solo metano e chi il solo elettrico. Ciò non giova a nessuno e, soprattutto, non consente di affrontare in maniera concreta il vero problema, quello dello sviluppo di un trasporto pulito.
I sostenitori dell'idrogeno sono convinti che la sola strategia in grado di affrontare e risolvere il problema del trasporto nei tempi e nei modi richiesti dalla situazione, è quella che mette in campo e sostiene, sia pure in forme diverse per consistenza di finanziamenti e di incentivi, tutte le tecnologie (neutralità tecnologica). Investitori e imprenditori che credono nelle potenzialità dell'idrogeno sono pronti a fare la loro parte.
L'associazione italiana idrogeno e celle a combustibile ha lanciato la Mobilità Idrogeno Italia che ha prodotto il Pnh, poi approvato dal governo, e sta collaborando con i ministeri competenti per la definizione delle specifiche di sicurezza per le stazioni di rifornimento (350 e 700 bar). Dobbiamo rapidamente procedere non solo a definire i requisiti e i siti per le 20 stazioni di rifornimento previste per il 2020 e le 200 al 2025, ma anche a promuovere aggregazioni in vista di partnerariati di grande respiro per accelerare la messa in atto del Pnh.
*Presidente H2IT
Associazione italiana
idrogeno e celle a combustibile
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