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Pinacoteca di Brera, storia e curiosità

Storia, curiosità e aneddoti sulla Pinacoteca di Brera che con i suoi straordinari capolavori rappresenta un’eccellenza italiana in ambito museale

Pinacoteca di Brera, storia e curiosità
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Tappa obbligata per chi visita Milano e per tutti gli appassionati d’arte, la Pinacoteca di Brera è una delle eccellenze italiane in ambito museale. La galleria nazionale d’arte antica e moderna, infatti, conserva alcuni dei capolavori più preziosi e rinomati a livello mondiale, ma è anche sede dell’omonima Accademia di Belle Arti.

La Pinacoteca di Brera vanta una storia molto antica e complessa, una successione di eventi che hanno contribuito a riempire le 38 sale del museo con una straordinaria collezione di dipinti realizzati dai grandi Maestri appartenenti a epoche e scuole differenti.

Storia della Pinacoteca di Brera

Pinacoteca di Brera

La storia della Pinacoteca di Brera di Milano inizia nel 1773, quando l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria decise di trasformare l’antico convento dei Gesuiti (che in precedenza era stato occupato dagli Umiliati) in un centro culturale a tutto tondo, l’Accademia di Belle Arti, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto Botanico.

Con la dominazione napoleonica, inoltre, Brera si trasformò in un grande museo destinato a ospitare le opere d’arte provenienti dai territori conquistati. A partire dai primi anni dell’Ottocento, le raccolte si arricchirono anche dei dipinti requisiti dalle chiese e dai conventi in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi. Un avvenimento che spiega la presenza di una notevole quantità di dipinti sacri spesso di grandi dimensioni.

I capolavori della Pinacoteca di Brera

Pinacoteca di Brera

Nelle sale della Pinacoteca di Brera è possibile ammirare i capolavori dipinti da alcuni dei principali artisti italiani. Dal “Cristo morto” di Andrea Mantegna con la sua straordinaria prospettiva allo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello Sanzio, dalla “Pietà” di Giovanni Bellini alla “Predica di San Marco in una piazza di Alessandria d’Egitto” dipinta da Giovanni e Gentile Bellini.

A questi si aggiungono la “Pala Montefeltro” di Piero della Francesca, la “Cena in Emmaus” di Caravaggio, il “Miracolo di San Marco” di Tintoretto e la “Rissa in galleria” di Umberto Boccioni.

Tra le opere più suggestive, inoltre, è doveroso citare il celebre “Bacio” dipinto da Francisco Hayez nel 1859. Un’opera che celebrava il successo delle lotte risorgimentali e che conteneva un importante messaggio patriottico, legato all’amore per la patria e alla speranza verso il futuro.

La statua di Napoleone Bonaparte

Pinacoteca di Brera

Al centro del cortile interno della Pinacoteca di Brera troneggia la statua in bronzo che ritrae “Napoleone come Marte pacificatore”, scultura alta 3 metri commissionata nel 1807 a Canova dal Viceré Eugenio di Beauharnais e copia dell’opera in marmo del 1806 conservata nello studio dello scultore.

La collocazione della statua, tuttavia, fu tutt’altro che facile a causa della nudità del soggetto raffigurato, tanto che non era ritenuta idonea a essere esposta in un luogo pubblico. Si dice che lo stesso Napoleone non apprezzò l’opera e soprattutto l’accostamento a una divinità antica, preferendo essere ritratto nelle vesti di condottiero.

La statua fu collocata al centro del cortile d’onore solo nel 1859, alla fine della Seconda guerra d’Indipendenza e in seguito alla liberazione di Milano dagli austriaci, grazie all’alleanza tra Napoleone III e Vittorio Emanuele II.

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