Cinquantacinque anni, taglia quarantasei. E poi il dettaglio: seno, vita, fianchi, altezza... È partita più o meno dall'odiosità di questa evidenza. E cioè dal fatto che da tutta la vita, chiunque di noi, si sente un esemplare prezzato dall'allevatore. "Volevo creare un brand che allontanasse la donna dall'idea di essere misurata in taglia o per età". Per ventisette anni ha fatto l'avvocato penalista e si è occupata di violenza contro le donne, quando ha deciso di vestirle, non poteva semplicemente vestirle. Doveva farle evolvere. "Nessuna delle donne abusate che ho conosciuto è mai riuscita a costruire una relazione risolta col proprio corpo. Ed è ovvio che questo venga da dentro. Un malessere che ha sede lì. Se permetti a qualcuno di prenderti a schiaffi, ripetutamente, qualcosa che non va dentro di te purtroppo c'è". Il giorno in cui ha deciso di prendere un po' di distanza da quello che aveva visto e che le aveva riempito occhi e fiato di troppe pesantezze (si è occupata anche di pedofilia e di fallimenti), è coinciso con quello in cui suo padre, scomparso nel 2017, le ha chiesto di aiutarlo con l'imponente struttura che aveva costruito, il Brugnato 5Terre Outlet Village. Che ha vinto premi e del quale lei ancora si occupa. Ma è da lì che, nel 2010, ha preso l'idea di testare il pubblico, di capire cosa le gente chiede.
Marina Acconci è di La Spezia, e il 14 aprile 2014 decide di aprire un primo piccolo negozio, va a Napoli compra tutti i jeans che trova (lei si veste praticamente solo in jeans) assume una sarta, le affida qualche ricamo per personalizzare il denim e parte. Funziona... Al primo negozio ne segue un secondo, "facevamo abiti orrendi, praticamente dei sacchi della spazzatura con i buchi per le braccia. Quasi informi, oversize. Ma avevamo azzeccato il cotone e i colori e così sono andati a ruba. Incredibile. A quel punto la sarta non bastava più. Io avevo testato ciò che dovevo testare e mi sono messa a fare sul serio". Beh, oggi Amelie ha sessanta negozi (la maggior parte diretti, altri in outlet) in giro per l'Italia. È un marchio attento alla filiera, offre modelli non size, no season ed è tutto Made in Italy eccezion fatta per i piumini "che da noi sono difficilissimi da trovare". La filosofia è chiara: celebrare tutte le forme di bellezza, a tutte le età, in tutte le stagioni. Quindi tessuti naturali come cotone, lana e viscosa e forme "furbe" in grado di abbracciare qualsiasi tipo di corpo. "Non c'è niente di più triste di quando due amiche arrivano a fare shopping insieme, adocchiano lo stesso capo e una chiede una trentotto e l'altra una taglia molto più grande" nota ancora Marina. Anche le boutique Amelie seguono un'estetica precisa, devono essere luoghi accoglienti nei quali sentirsi a proprio agio quindi poltrone di velluto, carte da parati con fiori e righe, tonalità calde. La capsule di Natale celebra la luce interiore: quindi jersey lurex, tessuti spalmati, linee fluide. Il blazer over dal taglio sartoriale, il pantalone wide leg, la t-shirt boxy girocollo, il long dress smanicato, la gonna lunga, il crop top a fascia e gli shorts. E ancora, il kimono double face, il pantalone palazzo e la canotta dalla linea ad A.
L'oro è il protagonista assoluto: perché brilla, illumina, riscalda. E ogni donna se lo merita. Tutte noi che, come scrive la Acconci nel suo libro Dai un bacio alla fortuna (sì, ha trovato anche il tempo di scriver un libro...), "cerchiamo tutte una seconda prima volta".