Alle 19 in punto i 1000 invitati all'anteprima mondiale del film Brunello, il visionario garbato erano tutti seduti nell'imponente Teatro 22 di Cinecittà. In prima fila, accanto a Cucinelli, protagonista indiscusso di questa bella pellicola girata da Giuseppe Tornatore e con le musiche di Nicola Piovani, spiccava Mario Draghi. L'ex premier e attuale presidente della BCE è tra gli intervistati del film con il suo asciutto racconto di quando nel 2021 ha invitato lo stilista-filosofo al G20 di Roma per parlare di capitalismo umanistico, sostenibilità, bellezza e futuro. Tra il pubblico c'erano così tante star che qualcuno ha rispolverato la definizione Hollywood sul Tevere coniata da Time nel 1950 durante le riprese di Quo Vadis. Facevano bella mostra di sé tra gli altri Jessica Chastain, Jeff Goldblum, Jonathan Bailey, Bianca Balti e Giusy Buscemi che presto vedremo nel nuovo film di Pif sulla storia di Anna Cuticchio, la prima donna a capo dell'Opera dei pupi. Insomma era tutto pronto per il discorso introduttivo di Manuela Cacciamani (AD e direttore generale di Cinecittà), dei due premi Oscar e di Cucinelli. All'improvviso si è intravisto lo sfarfallio di cashmere grigio perla del suo smoking con ampi revers di raso, dirigersi a razzo fuori dalla sala dove lo attendeva Giorgia Meloni che ha voluto complimentarsi per l'iniziativa senza purtroppo potersi fermare. "Ogni tanto ha detto poi la Premier mi telefona per chiedermi qualche consiglio e io le rispondo che faccio le maglie, ma trovo che l'Italia stia vivendo un bel momento perché siamo considerati nel mondo e abbiamo un tasso di disoccupazione al 6%". Da qui sì è poi passati a parlare di cinema. "Il film della mia vita è stato Nuovo Cinema Paradiso" ha detto spiegando perché ha fortissimamente voluto Tornatore dietro alla cinepresa. "Ho visto tanti docufilm - ha aggiunto in cui i protagonisti per fortuna erano morti perché secondo me da vivi avrebbero avuto qualcosa da ridire". A questo punto il grande regista ha dichiarato di aver goduto della più totale libertà prima, durante e dopo le riprese. "Si è comportato da morto" ha concluso sorridendo mentre Piovani, serissimo, ha spiegato che per comporre la colonna sonora di un uomo speciale bisogna cercare di entrare nella sua anima con rispetto e semplicità. Inutile dire che a questo punto Cucinelli ha ammesso di aver pianto ascoltando le musiche del film ma subito gli è tornato il sorriso nel divertente racconto sulle superstizioni del regista che vedendolo con una giacca bordeaux si è messo a urlare "Oddio, no, è quasi viola". La storia comincia con i fuochi accesi tra le vigne per impedire che il gelo dell'inverno bruci i germogli dei vitigni, poi prosegue con le scene girate nel casolare di campagna dove Brunello ha trascorso un'infanzia povera ma bella. Infine c'è stato il trasferimento a Ferro di Cavallo, la periferia industriale di Perugia dove il padre ha cercato e trovato lavoro perdendo però la serenità. Brunello nel frattempo scopre il bar Gigino che ha sempre definito la sua università. Gioca a carte ed essendo un asso con i numeri scopre che la matematica è la legge dell'universo. Incontra gente d'ogni tipo (la prostituta, lo scemo del villaggio, l'amico geniale che lo introduce alla filosofia) e con tutti costruisce un rapporto.
Diventa quello che è: un caso più unico che raro nel mondo della moda internazionale, uno che ha raccolto 80 mila libri per la biblioteca di Solomeo e che definisce suoi amici Ovidio, Confucio, Adriano e San Francesco. "È morto 800 anni fa e come ha recentemente scritto Tommaso Cerno è stato il genio delle relazioni umane" conclude rivelando quello che probabilmente è il suo stesso segreto di vita.