«Ligresti in Impregilo con pari dignità»

«L’operazione è stata rallentata dalla caduta dei prezzi di Borsa»

Paolo Stefanato

da Milano

Davanti al notaio Marchetti, a Milano, ieri mattina è passato di mano un assegno da 627 milioni di euro (523 milioni di effettiva transazione più il 20% di Iva): lo ha incassato Luigi Roth, presidente della Fondazione Fiera di Milano, lo ha pagato il gruppo di soci impegnato nel progetto CityLife di riqualificazione dell’area urbana della Fiera. Sono Immobiliare Lombarda (gruppo Fondiaria-Sai), Generali Properties, Ras, Lamaro, il gruppo spagnolo Lar; i primi tre possiedono una quota del 26,64% a testa, Lamaro il 19,9, Lar poco più dello 0,1%. Gli acquirenti hanno versato il 20% di tale cifra, mentre l’80% è stato finanziato dalla banca tedesca EuroHypo, che ha conquistato questo ruolo dopo una gara di cui è stata advisor Mediobanca. Intorno a EuroHypo è stato costituito un consorzio del quale fanno parte la stessa Mediobanca, insieme a Credit Agricole, Capitalia, Banca Intesa, Popolare di Milano.
«Il finanziamento globale sarà di 1,7 miliardi» spiega Antonio Talarico, presidente e ad di Immobiliare Lombarda e vicepresidente di Fondiaria-Sai, uno dei manager più vicini alla famiglia Ligresti. «L’investimento complessivo, da qui al 2014, sarà di circa 2 miliardi. Si tratta - continua Talarico - della più importante iniziativa immobiliare dei prossimi anni a Milano, e la più rappresentativa. Cadrà il muro di cinta che da decine d’anni separa quest’area centrale dalla città, sorgeranno palazzi per abitazioni e tre torri per uffici, nascerà un parco di 10 ettari, tutto sarà ricucito con il tessuto urbano esistente».
Quando i cantieri?
«Nella primavera dell’anno prossimo. Ora dobbiamo attivare gli strumenti esecutivi, a cominciare dalla convenzione di lottizzazione».
La sua idea è quella di dare l’incarico a un general contractor. Diceva Impregilo...
«L’ipotesi di affidare tutta l’area a un general contractor è estrema. Credo che per le costruzioni residenziali coinvolgeremo le imprese lombarde, mentre per le tre torri, per le strade, le fognature, le reti, potremo affidarci a un general contractor che sia un referente unico fino ai singoli lotti».
Impregilo?
«È un’impresa in grado di rivestire questo ruolo. Come Astaldi... ».
Il vostro gruppo sta per entrare in Impregilo, anzi nella finanziaria Igli. L’impressione è che i tempi si siano un po’ dilatati, sembrava un’operazione imminente
«Abbiamo definito ogni dettaglio, poi la caduta dei corsi di Borsa ha indotto tutti ad aspettare un momento più propizio. Questo vale anche per l’opzione di acquisto che Igli detiene sulla quota di Gemina».
Acquisterete il 15% di Igli da Efibanca
«No, abbiamo deciso di rilevare l’intero 20%, Efibanca uscirà completamente ma finanzierà la nostra operazione, che vale 37,3 milioni».
Prenderete il suo posto
«Non esattamente. Saremo soci industriali, e non finanziari, e pertanto vogliamo pari dignità con gli altri azionisti, e quindi una maggiore rappresentanza nei cda rispetto a Efibanca; Gavio, Rocca e Benetton sono d’accordo. Tuttavia dovranno essere rifatti i patti parasociali di Igli, e per questo si dovrà attendere l’uscita di Gemina».
Per fine giugno è atteso il piano industriale di Immobiliare lombarda
«Sarà pronto a metà luglio, e lo presenteremo a settembre, con la semestrale. Martedì definiamo l’acquisto, con altri soci, di un’area di Fintecna a Roma, 600mila metri cubi di residenza a Cinecittà: un’operazione che per noi vale 52,3 milioni, che non poteva non essere inserita nel piano».


Conferma l’utile a fine anno?
«Le stime ci dicono che chiuderà in utile già la semestrale al 30 giugno: nel primo semestre dello scorso anno la perdita era stata di 13 milioni. Per fine anno speriamo di fare ancora meglio».

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