Paolo Stefanato
da Milano
Il tema caldo di questi giorni è rimasto sottotraccia: «Unintegrazione tra Impregilo e Astaldi non è allo studio» dice Alberto Lina, amministratore delegato (e risanatore) del primo gruppo italiano delle costruzioni, Impregilo appunto. Anche un riassetto di quote nella Igli, azionista di riferimento, lo trova prudente nelle dichiarazioni: «Non ho parlato con Ligresti. Per lui sarebbe un ritorno alle costruzioni, vedremo qual è il suo progetto». (Ligresti dovrebbe acquisire un 15% del 20% di Efibanca). Gemina resterà nella Igli anche dopo lesercizio dellopzione call sulla sua quota in Impregilo? Anche qui Lina è laconico, ma non del tutto evasivo: «Non è la Gemina di una volta...». I soci di Impregilo sono presenti, pressanti? «Hanno tanti interessi, anche intrecci tra di loro». Quasi - usiamo unespressione abusata - un «salotto buono»? «Più che un salotto, sarebbe bella la scommessa di creare una public company intorno a una grande impresa di costruzioni».
Lina è un ingegnere alla guida di unimpresa di costruzioni; come dire luomo giusto al posto giusto. Minimizza il «rischio politico» che sembrano correre le grandi opere in caso di vittoria della sinistra alle elezioni: «Le infrastrutture non sono nè di destra nè di sinistra. Chiunque vincerà sa che il Paese ha una forte necessità di infrastrutture». Sorvola diplomaticamente anche il «rischio-Ponte»: Impregilo ha vinto la gara per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina ma sa che per lUnione esso non è esattamente una priorità. «Saremo disponibili e flessibili. Per esempio a realizzare prima delle opere di terra». Interrogato sulla penale patteggiata in caso di rinuncia, glissa: «Un contratto è un contratto. Non si può partire dal presupposto che lopera non si faccia; non sarebbe nemmeno corretto». E poi fa balenare limmaginazione: «Il Ponte sullo Stretto, i soli tre chilometri a campata unica, vale un terzo dellAlta velocità tra Milano e Torino. Ma è unopera ardita, di vetrina, che sta già attirando lattenzione da tutto il mondo. E uno dei nostri obiettivi è proprio quello di essere sempre più presenti allestero».
Lincontro di ieri era comunque dedicato ai conti del 2005 e alle prospettive per il 2006. Lanno si è chiuso con una voragine di perdite (infatti la Borsa ha reagito con un meno 3,7%): 358 milioni, densi di partite straordinarie; ma si è trattato di un anno del tutto speciale, in cui limpegno è stato rivolto soprattutto alla ricostituzione finanziaria della società. I dati di prospettiva, illustrati ieri da Lina, sono invece positivi: il 2006 sarà lanno del ritorno allutile («con un anno di anticipo sui piani»), di un indebitamento che scenderà a un rapporto di 0,5 con il capitale (con lobiettivo di azzeramento), di un incremento dei ricavi nelle attività individuate come strategiche: costruzioni (più 5%), Fisia (il ramo impiantistico: più 50%), concessioni. Il portafoglio ordini, a oggi, è stimabile in 10 miliardi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.