A Linate i clienti si vendicano «Vado in bus, così imparano!»

Viaggiatori ancora furiosi per i disagi boicottano le auto bianche

Il taxi c’è. «Ma col cavolo che lo prendo, così imparano a scioperare!». Tra i passeggeri arrivati ieri mattina a Linate c’era anche chi, abituato a salire sulle auto bianche - in servizio dopo cinque giorni di blocco - si è diretto invece alle fermate di pullman e bus per la città. Sono stati l’eccezione, che ha comunque contribuito al calo delle corse (-30/40% ieri, a detta degli stessi conducenti). «Di solito prendo il taxi, stavolta ho deciso di no: la loro protesta è sbagliata» racconta un sindacalista della Cgil appena sbarcato da Roma. «E poi costano troppo - insiste, aspettando sotto il sole il pullman bianco che lo porterà in Centrale -. A Roma va ancora peggio». Tra i tassisti in sciopero c’erano anche quelli della Cgil. «Non mi importa - aggiunge il sindacalista -. E poi ho visto le scritte contro il governo e Bersani, troppo».
Era l’unico segno visibile, ieri, della battaglia tra conducenti e ministro. Fogli con slogan scritti a pennarello e appesi alle pareti esterne dello scalo. «Taxi, taxi» sibilano gli abusivi ai viaggiatori che sbucano dalla porta a vetri degli arrivi. Cercano di rubare clienti ai tassisti regolari. E tutto è lecito: «Attenti, presto faranno un altro sciopero...» dicono.
Alla fermata dell’autobus 73 ci sono due signori eleganti appena arrivati da Catania.

«Certo che prendo il bus per vendetta - si scalda il primo, stiracchiando il biglietto tra le dita -. Faccio il commerciante e anche le nostre licenze sono state liberalizzate. Da qui alla stazione il taxi costa 19 euro, troppo, oggi dico “no”».

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