Linate, Penati fischiato apre un dibattito in strada

Il presidente spiega ai «ribelli» il perché del suo sì al decreto

Probabilmente non se l’aspettava ma ieri a Linate Penati è stato fischiato dai tassisti che stavano presidiando lo scalo. Un attimo di smarrimento poi, da buon politico qual è, il presidente della Provincia s’è ripreso e ha deciso di affrontare i suoi contestatori in un imprevisto e prolungato incontro. Era appena sbarcato all’aeroporto da Roma e si accingeva a rientrare in città con la sua auto di servizio quando i numerosi tassisti che a Linate si rifiutano di prendere servizio per protestare contro il decreto del governo lo hanno riconosciuto e lo hanno accolto a suon di fischi e di applausi ironici. Penati lì per lì ha risposto per le rime poi ha preso la situazione in mano e la protesta si è trasformata in un lungo e affollato confronto con una delegazione dei tassisti che protestavano: da un lato il presidente della Provincia che spiegava le ragioni del governo e anche il perché quel decreto Bersani è giusto che vada applicato, dall’altro i tassisti che spiegavano per quale motivo sono contrari. Diciamo subito che non sarà quello di ieri a Linate l’incontro decisivo per fermare la protesta ma comunque a chiarire qualche punto è servito.

«Gli avranno rinnovato la richiesta di un colloquio urgente già presentata alla Provincia e alla Regione» fa sapere Raffaele Grassi, presidente del Satam, che non era presente all’incontro. «Hanno fatto bene a fermarlo - aggiunge Grassi - perché l’interazione con Provincia e Regione è indispensabile, visto che già dal 1998 il servizio taxi non è più comunale, ma interprovinciale».

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