La linea dei vertici nazionali e locali: meglio convergere su un nome solo

MilanoSarà una settimana di fuoco per il Pdl in Lombardia. Mancano sette giorni al congresso provinciale di Milano e il sogno del coordinatore regionale Mario Mantovani di una lista unica condivisa da tutte le correnti, è destinato a tramontare. In campo, oltre al nome dell’ex An Sandro Sisler, sponsorizzato dal coordinatore nazionale Ignazio La Russa e su cui sembrava i colonnelli del partito avessero siglato un armistizio, scende ora un altro cartello. Per candidare al ruolo di coordinatore il sindaco di Basiglio Marco Flavio Cirillo e come vice l’ex consigliere comunale di Milano e coordinatore cittadino di Vimodrone Vincenzo Curia. Nella lista Antonio Canino, ginecologo a Niguarda e consigliere di zona a Milano da vent’anni. A sottoscriverla l’onorevole Mariella Bocciardo, l’assessore della Regione Lombardia Massimo Buscemi, il delegato del presidente Formigoni a Moda e Design Massimo Saldini. Appoggio dall’ex sottosegretario nel governo Berlusconi Valentina Aprea, l’onorevole Giancarlo Serafini, il consigliere regionale Doriano Riparbelli e 500 firme di tesserati contrari al candidato unico. «È chiaro - attacca Curia - che nel partito ci sia maretta. Noi amministratori chiediamo più attenzione al territorio. Basta a una politica del Pdl dettata dall’alto da ministri ed ex ministri che si mettono d’accordo tra di loro e poi ci impongono le loro decisioni». E dunque, «il coordinatore sia una persona che viene dalla base del partito ed eletto dai cittadini».
Fibrillazioni in Lombardia, non una regione come le altre ma, forse insieme alla Sicilia, la vera cassaforte di voti e risorse anche intellettuali del centrodestra nell’era Berlusconi. E proprio per questo i congressi e il rimpasto di giunta in Regione annunciato dal governatore Roberto Formigoni, sono il primo vero banco di prova del progetto di rilancio chiesto da nuovo segretario Angelino Alfano. In attesa delle amministrative del 6 maggio a Monza e Como. E proprio per questo il coordinatore regionale Mario Mantovani ha già chiesto unità. Un serrate le fila che da esprimere plasticamente già domenica prossima con l’auspicata, da Mantovani e dai vertici romani, candidatura unitaria al coordinamento provinciale milanese. Magari aggiungendo tre vice coordinatori che rappresentino e diano voce e potere alle tre correnti principali: i laici dello stesso Mantovani, l’accordo tra Cl e l’ex coordinatore Guido Podestà (ultimamente un po’ in bilico) e i socialisti della famiglia Colucci.
No all’unanimismo a tutti i costi e sì alla trasparenza, chiede invece il presidente della Provincia di Milano ed ex coordinatore regionale Guido Podestà. «Non esiste nessuna intenzione di non far svolgere i congressi - spiega -. Ma se non si è pronti, è meglio farli slittare». Uno spostamento utile a «dipanare ogni dubbio sulla correttezza delle iscrizioni e per darne, soprattutto, corretta informazione agli interessati». Sullo sfondo il caso, simile a quello di Vicenza, del coordinatore di Pero che ha denunciato una ventina di tessere false. Ma barricate di Podestà anche al candidato unico. «I congressi - la sua accusa - risulterebbero non un momento di vera democrazia dove si confrontano le idee delle varie anime del partito, ma il gioco poco trasparente di alcuni, teso ad annullare il vero senso di questo momento di discussione e di partecipazione anche animata». Una posizione che non convince Formigoni. Che annuncia il «passo indietro» di una componente «di peso» come quella che fa capo a lui e a Comunione e liberazione.

«Bisogna capire - spiega - che per il bene del Pdl è giusto far prevalere la logica dell’unità. Altrimenti a vincere saranno ancora una volta i litigi della vecchia politica. Se si vuole crescere, ci sarà gloria per tutti». Tra sette giorni il congresso. E oggi scade il termine per presentare le liste.

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