Linea dura contro i rom: partono i rimpatri

Quaranta romeni sorpresi senza documenti rischiano l’allontanamento per aver violato il diritto di soggiorno. Mentre il prefetto è pronto a ricevere dal governo il mandato di commissario straordinario alla sicurezza, Milano fa i conti con irregolari e clandestini

Mentre il prefetto è pronto a ricevere dal governo il mandato in qualità di commissario straordinario alla sicurezza, Milano affila le «armi» per troppo tempo rimaste spuntate contro rom irregolari e clandestini. «È finita la fase dei censimenti - avverte il vicesindaco Riccardo De Corato -. Palazzo Marino li fa tutti i giorni: la polizia locale raccoglie le segnalazioni dei cittadini e registra quotidianamente la situazione delle occupazioni di campi, aree ed edifici dismessi. Serve un cambio di strategia, ora si lavori sui rimpatri».
Sul tavolo di Gian Valerio Lombardi sta per arrivare un altro elenco di nominativi: fino a 40 romeni sorpresi senza documenti ai semafori o nelle baraccopoli sparse sul territorio cittadino. Per molti di loro potrebbe scattare la misura dell’allontanamento, come prevede la Direttiva europea sul diritto di soggiorno degli stranieri comunitari. Un dossier contenente diciotto identità era già stato consegnato al prefetto nelle scorse settimane. In realtà la lista degli «indesiderati» conta, dopo oltre dieci mesi di controlli e accertamenti, circa 2.400 persone, un migliaio identificate nei primi quattro mesi di quest’anno. «Ora attendiamo risposte concrete - afferma De Corato -, grazie alle modifiche al decreto che ha recepito le disposizioni di Bruxelles. Così come ci auguriamo una stretta su tutti gli stranieri che non denunciano il proprio ingresso in Italia. Sono necessarie però forme di rimpatrio coatto, collegate a pene più severe in caso di reingresso». A questo proposito, sono tre i milioni di euro (due stanziati dal Comune, uno dalla Provincia) nel fondo istituito con il «Patto per Milano sicura»: una parte di questa cifra potrà essere spesa per finanziare i rimpatri.
In attesa della nomina, che arriverà in queste ore, il futuro commissario Lombardi chiarisce le «regole d’ingaggio» della missione. «Vigileremo per far applicare le regole, ma non useremo la forza. Il provvedimento del governo mi darà l’incarico di quantificare le presenze di rom sul territorio e di distinguere tra regolari e irregolari. Questi ultimi dovranno essere allontanati». I poteri in arrivo, dunque, non saranno di polizia. Invece «consisteranno nel poter semplificare le procedure oggi necessarie per spostare un insediamento o per disporne di nuovi. Per tutto il resto, varranno le leggi vigenti». In prospettiva più ampia, l’obiettivo secondo il prefetto «è di arrivare a una diversa filosofia dei campi nomadi, visto che sono abitati da così tanti italiani. Chi decide di viverci, se è appunto nomade, ci deve restare per un periodo di tempo determinato impegnandosi a rispettare le regole della convivenza civile».

Quanto alle presunte critiche degli organi europei, Lombardi non ha dubbi: «Le stesse norme comunitarie prevedono di rimandare nei paesi d’origine i cittadini che non lavorano regolarmente, non hanno una residenza fissa, insomma non dispongono di mezzi sufficienti a sostenersi senza costi per la collettività».

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