La linea-Masseroli: «Col Terzo polo facciamo accordi subito o mai più»

A un mese e mezzo dalle elezioni le squadre sono in campo. La partita delle Comunali ormai è iniziata, ed è chiaro che sarà giocata in buona parte sull’utilità del voto. Carlo Masseroli, assessore all’Urbanistica, anima cattolica del Pdl, lo schema lo legge così: «Il Terzo polo non sarà affatto l’ago della bilancia. Anzi, io dico che o c’è lo spazio per un accordo subito, o un accordo non ci serve affatto».
La linea-Masseroli parte dall’analisi delle condizioni attuali. L’assessore è ottimista sugli umori di Milano, e dunque sull’esito del primo turno elettorale di maggio. Per la forza del centrodestra e per la debolezza altrui: «Secondo me - riflette - ci sono le condizioni per vincere subito. Il clima della città è buono, e le altre due coalizioni mostrano tutta la loro debolezza. La coalizione che sostiene Giuliano Pisapia è schiacciata su posizioni estreme. A sinistra sono tutti insieme e quindi lo sono su posizioni che possiamo definire di “no a tutto”. È uno schema che abbiamo già visto in Provincia, e che ha bloccato perfino il Piano territoriale di coordinamento». «È chiaro - prosegue - che questa sinistra schiacciata sull’estrema ha un unica linea, quello del “fermiamo tutto”, e una Milano che deve giocare sui terreni dello sviluppo e della competizione, non può affatto sposarla».
Più complesso, invece, il profilo del Terzo polo: «É formato - riflette Masseroli - da un oggetto misterioso, l’Api, da un partito che ha segnato il passo, il Fli, e da un altro che è ormai un partito storico, l’Udc, ma diviso fra due anime; una delle quali, quella più realista, ha governato con noi». «È chiaro - continua Masseroli - che un voto al Terzo polo è un voto buttato via, è oggettivamente così». «Molti di loro hanno condiviso con noi il governo di Milano e ora non hanno una proposta alternativa reale per Milano. Si tratta di un posizione di protesta, condizionata da una linea di contrapposizione politica nazionale, soprattutto nel caso di Fli. Ma questo è un voto amministrativo e non politico. Per questo dico che quella scelta è sterile e può avere come unico esito un indebolimento nostro. E per questo che è un voto buttato via, e credo che i milanesi non vorranno buttare via il loro voto».
Dunque? «Dunque o c’è lo spazio per un accordo prima del 15 maggio o non ci serve. Anche perché quelli di Fli hanno già detto che non andranno mai a sinistra, mentre le anime dell’Udc decideranno in base ai loro orientamenti. Gli elettori faranno una scelta personale, certo non seguiranno le indicazioni dei vertici». In realtà una subordinata c’è: «Gli elettori dell’Udc hanno la possibilità di dare un segnale importante subito. Con un voto disgiunto. Possono votare il loro partito e la Moratti sindaco. Sarebbe un segnale importante anche per un eventuale accordo successivo». E gli altri? «L’Api non esiste a Milano, e il Fli è evanescente, e in difficoltà, e lo conferma la scelta di non presentarsi con il proprio simbolo».
Quanto al Pdl, Masseroli si dice pronto a correre: «Sono a disposizione», dice.

Mentre sul tema del vicesindaco sembra aperto all’uomo della Lega: «Non mi stupirebbe affatto vedere una Lega rinforzata, vediamo i numeri». Infine gli assetti interni alla prossima (eventuale) giunta: «Dopo 5 anni di lavoro non credo che ci saranno problemi - dice - si troverà un equilibrio».

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