Lingotto Scioperi a Termini Cina: rivedere tutti i target

Termini Imerese si chiude: «Noi siamo disposti a lavorare con tutti» ma al momento non c’è nessuna offerta, «solo speculazioni via giornali». Così l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ribadisce l’impegno del Lingotto a chiudere lo stabilimento siciliano, per il quale Simone Cimino (presidente di Cape Natixis Sgr e promotore di una cordata italiana per produrre auto ecologiche nello stabilimento Fiat di Termini Imerese) ha espresso interesse. Al Salone di Detroit per tracciare e illustrare la strada di Fiat-Chrysler, Marchionne dice che «riabilitare Termini Imerese è da pazzi. Non lo farebbe nessuno». Il sindacato che ci crede è «fuori dalla realtà». Immediata la risposta dei lavoratori, pronti a nuovi scioperi.
Intanto la Fiat ha deciso di stabilire nuovi target per la Cina. Così Marchionne ha spiegato: «In Cina siamo molto indietro. Di sicuro abbiamo perso la grandissima crescita del mercato. Il problema è che abbiamo ereditato una situazione che non era una grandissima base su cui creare un futuro. Finalmente abbiamo trovato Guangzhou Automotive e adesso ricominciamo da zero».

In passato Fiat aveva fissato un target di vendite di 300mila unità per il 2010 in Cina, «ma adesso - ha aggiunto Marchionne - stiamo rifacendo tutti i piani con Guangzhou includendo anche Chrysler. Lo faremo in aprile. Allora le cifre saranno chiare. In India, invece la situazione è meglio di quanto si pensi».

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