Nessuna meraviglia se in fondo alla curva di metà maggio, spuntasse allimprovviso la sagoma di Luca Toni. Il gigante buono di Pavullo, sub-appennino modenese, è uscito ed entrato nei piani e nella lista azzurra di Marcello Lippi, ct dellItalia, troppe volte per accusare qualche vertigine. È rimasto a masticare amaro nei giorni difficili vissuti in Baviera dopo lavvento di Van Gaal senza dare per scontato la vacanza estiva al mare invece che in Sud-Africa. Aiutato dal suo agente, Tullio Tinti, che è uno di quei procuratori abituati a risolvere i problemi, non a procurarli, ha deciso di partire per Roma e ricominciare a Trigoria il suo inseguimento al mondiale e alla condizione di calciatore vero, bomber collaudato. Alla sua età, quasi 33 anni, a maggio il compleanno, si può perdere lo smalto, si può accusare qualche logorio fisico ma non si possono smarrire nè talento balistico nè qualità tecniche, oltre che le feroci motivazioni.
Così è successo a Luca Toni e a quanti non hanno voglia di arrendersi a un acciacco (capitò a Torino, contro la Juve, il polpaccio ferito) e cercano di ribellarsi a un destino disonorevole, a un incontro sbagliato (lolandese del Bayern). Ha avuto bisogno di tempo per rimettersi in salute e ricominciare a scalare la montagna: non ci sono pozioni magiche in circolazioni, nemmeno a Trigoria. Passo dopo passo, è giunto alla serata attesa da tutta Roma-romanista e dal resto dellItalia non interista con la fame delleversore decisivo marchiando a fuoco lInter. Prima ha spizzato un paio di palloni golosi, sfiorando traversa e palo, infine ha artigliato la pallaccia di Taddei per rifinirla con una rasoiata.
Lippi lo aspetta al mondiale
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