Lippi: «Mai fatto promesse ad Amauri»

RomaUna mattinata a confronto con gli altri ct azzurri durante il seminario nel Salone d’Onore del Coni. Marcello Lippi incontra il passato della Nazionale, Arrigo Sacchi (altro relatore), il collega dell’Under 21 Casiraghi, ma anche i ct di pallavolo Anastasi e Barbolini, della pallanuoto Campagna e Fiori e il coach del basket Pianigiani. «I nostri gioielli», così li definisce il presidente Petrucci che regala a Lippi dei gemelli con l’emblema del Coni per i suoi 62 anni compiuti lunedì. Un dono gradito dall’allenatore viareggino che approfitta, nel suo intervento sulla gestione del gruppo, per distinguere nettamente tra il campione («un gallo nel pollaio, un solista che vuole essere una primadonna senza mettere le sue qualità al servizio della squadra») e il fuoriclasse («un talento che si realizza solo mettendosi a disposizione dell’obiettivo comune»).
«Di fuoriclasse più se ne hanno, meglio è», la teoria di Lippi che poi esprime un concetto che qualcuno legge come un’apertura per Amauri: «Si può essere convocati in Nazionale anche se si gioca male nel proprio club». Anche se poi sul brasiliano della Juve diventato italiano precisa: «Quando parlai con lui, non gli feci nessuna promessa. Ma una cosa sia chiara: aveva scelto l’Italia dall’inizio, questo lo sanno anche gli altri giocatori azzurri. E gli attacchi contro di lui sono stati ingiusti. Avviare la pratica di naturalizzazione fu un’idea felice di Donadoni che quando tornai io condivisi in pieno perché è giocatore importante».
Lippi ha 40 giorni di tempo per riempire quelle 6-7 caselle che mancano al mosaico. Di sicuro seguirà con interesse la volata scudetto (potrebbe essere a Trigoria nei prossimi giorni e organizzerà l’ultimo stage preritiro dal 3 al 5 maggio alla Borghesiana). «A chi andrà lo scudetto? Per me non cambia niente se in testa ci sarà la Roma o l’Inter. Certo, avere un punto di vantaggio in classifica cambia la prospettiva visto che si ha il destino nelle proprie mani. Per quanto mi riguarda voglio sfruttare con la massima attenzione questo ultimo periodo. Non vedo l’ora di avere a disposizione i miei giocatori e di rientrare in quella centrifuga di emozioni che regala un Mondiale». Che arriva con un nuovo capitolo di Calciopoli all’orizzonte: «È un argomento che non mi interessa, ma tutti sappiamo come alla fine sono andate le cose 4 anni fa... Quella vicenda nel 2006 non ha influito sulla nostra vittoria. È stato merito dei ragazzi e della loro voglia».


E se Totti, «sparito» dalle convocazioni dell’album Panini, è ancora un’incognita per il Sud Africa («parlo spesso con lui, ma non di questo argomento», taglia corto Lippi) il capocannoniere del campionato Di Natale ha già pronto il suo fioretto in caso di bis mondiale. «Se vinciamo, smetto di giocare, lo giuro».

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