È polemica sulla buonuscita di Pier Francesco Guarguaglini, che ieri ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza di Finmeccanica dopo nove anni al comando e 15 in azienda a causa delle inchieste giudiziarie che hanno travolto la holding aerospaziale. La pietra dello scandalo è rappresentata dai circa 4 milioni di buonuscita, («circa un anno di stipendio», ha precisato ieri sul Messaggero il neo amministratore delegato, Giuseppe Orsi») più indennità, risarcimento e 1,5 milioni tra 12 mesi come «obbligazione di non concorrenza». Una somma importante, soprattutto in periodo di crisi e visto che Finmeccanica è unazienda pubblica, ma certo ben distante dalle maxi liquidazioni di cui si è discusso nei mesi scorsi, come quella da 40 milioni di euro dellex Unicredit Alessandro Profumo, vista anche la lunga carriera del manager nella società quotata in Borsa. Ma ormai su Guarguaglini si è abbattuta la damnatio memorie: la liquidazione «va sospesa» per il Pd, è «scandalosa» per Udc e Sel, è «una vergogna» per il Fli.
Il più duro è stato il leader Idv Antonio Di Pietro. «Nella casa della casta e dei privilegiati passa per un atto di grande generosità che deve essere ricompensato con una bella buonuscita, mentre con quattro soldi i pensionati devono tirare a campare».
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