Ha diciannove anni, spesi bene a dar retta a un curriculum lungo lungo, con tante belle cose dentro. Eppure si presenta con quel viso paffuto e sguardo fanciullino, da bimba che non vuole crescere, che non centrano niente con gli effetti speciali che manager e case discografiche (nel caso specifico, la Naïve) vogliono imprimerle a tutti i costi così da lanciare al meglio la divina fanciulla nel mondo concertistico ora più che mai legato anche a questioni dimmagine.
Lise de la Salle, pianista di Cherbourg, nel Nord della Francia, arriva a Milano sulla scia di ottime premesse. Le ha valutate e colte al volo la Società del Quartetto che questa sera (ore 20.30), in Conservatorio, ospita la pianista confermandosi istituzione sensibile alle cause diciamo così giovanili.
Linterprete si presenta con un programma che più classico non si può, tale da rammentare i programmi desame di Conservatorio.
Si parte con musica dintelletto, un sano Bach, Fantasia cromatica e fuga in re minore BVW 903, sosta nel classicismo di Mozart, Dodici Variazioni sul tema Ah! Vous dirai-je, maman K265. Quindi le Sonatine del pianismo scarno e logico di Ravel per chiudere con Sei scene dal balletto Romeo e Giulietta op.75 e il virtuosismo tremendo della Toccata op.11 di Prokofiev, un tempo il cavallo di battaglia della signora in assoluto del pianoforte, Martha Argerich.
Mademoiselle Lise, secondo quanto esige una carriera fulminante come la sua, ha iniziato lo studio del pianoforte prestissimo, a quattro anni, già a nove un suo concerto veniva trasmesso in diretta da Radio France.
È cresciuta musicalmente in Francia, con tanto di perfezionamento al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi, ulteriori studi con Pascal Nemirovski e Geneviève Joy-Dutilleux.
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